LUCA RAVAGLIA
Cronaca

Wirun Cesena, oltre duemila presenze alla corsa contro la violenza sulle donne

Alla partenza c’erano esponenti delle istituzioni (il vicesindaco Christian Castorri e l’assessora alla mobilità e all’ambiente Francesca Lucchi), dei partiti e del panorama imprenditoriale, ma soprattutto tante donne e tanti uomini coi loro pettorali rosa

A Cesena la Wirun Women in run

A Cesena la Wirun Women in run

Cesena, 26 novembre 2023 – Sarebbe stato molto più bello se non ce ne fosse stato bisogno. Questa mattina, al Club Ippodromo di Cesena, contando il numero di iscritti all’edizione 2023 della Wirun, corsa dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, gli organizzatori hanno annunciato oltre duemila presenze, più del doppio rispetto al solito. Bene, benissimo. O forse no. Perché la miccia della partecipazione in una luminosa giornata di fine novembre, non è stata accesa dalle condizioni climatiche, ma da una tremenda scia di femminicidi e tantissimi altri atti di violenza contro le donne che in questi mesi, in queste settimane e in questi giorni si stanno susseguendo con una frequenza drammatica. Ogni tre giorni in Italia una donna viene uccisa da un uomo. La nostra comunità – di donne e di uomini – non può continuare a sopportare uno scenario del genere e così, mentre i cuori si scaldano, in tanti hanno voluto esserci, concretamente, per devolvere la somma dell’iscrizione alle attività dei centri donna di Cesena e di Cesenatico e anche – forse soprattutto – per testimoniare in prima persona di non essere disposti a continuare ad accettare la violenza. La violenza in generale, perché in effetti ogni tipo di aggressione è sbagliato e nulla può essere ridimensionato, ma quella di genere in particolare.

Tantissime persone hanno partecipato alla corsa contro la violenza sulle donne
Tantissime persone hanno partecipato alla corsa contro la violenza sulle donne

Alla partenza c’erano esponenti delle istituzioni (il vicesindaco Christian Castorri e l’assessora alla mobilità e all’ambiente Francesca Lucchi), dei partiti e del panorama imprenditoriale, ma soprattutto c’erano donne e uomini che, coi loro pettorali rosa, recavano un chiaro messaggio contro le sopraffazioni. Erano pronti a correre, a camminare, ad applaudire e mettere la faccia in una casa non solo giusta, ma doverosa. Davanti a tutti loro c’era poi Diletta Capobianco, che il 31 maggio del 2012 perse sua madre Sabrina Blotti proprio a causa di un femminicidio e che ora si batte in prima persona per tutelare i diritti delle donne. Niente minuto di silenzio iniziale dunque, perché non è restando in silenzio che si risolve il problema, ma tanti applausi ed altrettanto entusiasmo riversati in strada da una comunità che promette di non restare a guardare. Dopo il via di Castorri, il lunghissimo serpentone si è snodato per le strade della città, tra natura e monumenti storici, proponendo due percorsi, uno dei quali inglobava anche la salita della via delle Scalette verso il santuario della Madonna del Monte. Si correva o si camminava, nessuno teneva il tempo. Perché oggi per vincere non si doveva arrivare primi, serviva esserci.