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Cronaca

"Vogliono cancellare Allende? Raccoglieremo più firme di loro"

I cittadini di San Piero in Bagno si dividono sull'intitolazione della piazza a Salvador Allende, martire del colpo di stato cileno del 1973. Un gruppo di cittadini vuole rimuovere il nome, mentre l'ex sindaco Renzo Spignoli promette di raccogliere più firme di loro per mantenerlo. Una disputa politica che mette in gioco la memoria storica del territorio.

"Vogliono cancellare Allende? Raccoglieremo più firme di loro"

di Elide Giordani

"Voi suonerete le vostre trombe. Noi suoneremo le nostre campane". Tradotto sull’attualità suona più o meno così: voi raccogliete le vostre firme, noi faremo altrettanto. Il teatro della disfida è una piazza. Niente di strano. Senonché, il derby che chiama in causa i cittadini di San Piero in Bagno, in palio ha il nome della piazza medesima. Intitolata a Salvador Allende negli anni ’70, sfrattando Re Vittorio Emanuele II, oggi un gruppo di cittadini si dà da fare per cancellarne l’attribuzione al presidente martire del colpo di stato cileno del 1973, assurto agli altari di una sinistra che combatte ogni dittatura fino alla morte. Ma perché Allende non piace a una parte di cittadini bagnesi? Motivazioni politiche volte a sopprimere un simbolo della sinistra? Volontà di far sentire una voce contraria all’attuale amministrazione in previsione della prossima sfida elettorale? Chissà. Tra le motivazione c’è anche la sua identità straniera. Peraltro a seguito del golpe di Pinochet e alla morte di Allende sono fiorite nel mondo migliaia di strade e piazze intitolate al presidente cileno. Senza guardare troppo in là basta fermarsi nei dintorni: a Roncofreddo e Torriana, per esempio, dove la loro tranquilla piazza Allende non genera desideri di rimozione. Qualcuno non sa chi sia il presidente cileno e immagina una Santa Allende? Ma come si fa a inseguire l’ignoranza della storia?

Se fin qui il tono è semiserio a mettere giù le cose con piglio deciso ci pensa Renzo Spignoli, ex sindaco, già presidente della Comunità Montana, per 46 anni sui banchi del consiglio comunale di Bagno di Romagna, e per tutto ciò anche memoria storica del suo territorio. "Non assecondate quella raccolta di firme" esorta rivolto ai concittadini bagnesi e promette di attivare una sottoscrizione contraria. "Ne raccoglieremmo quante e più di loro…", prevede.

"Tornare all’intitolazione a Vittorio Emanuele? - chiede pleonastico Spignoli -. Fece il regno d’Italia per pura convenienza di corona. Il nome di Allende, invece, fu dato a quella piazza negli anni ‘70 dopo la più affollata manifestazione pubblica che si sia mai vista nel nostro comune. La marcia di protesta contro il golpe in Cile fu organizzata dai tre movimenti giovanili dei partiti in campo in quegli anni. C’era Giordano Moretti, che poi fu vicesindaco, presidente dell’ospedale e assessore alla cultura, Claudio Rossi della Democrazia Cristiana, oggi psicologo, che allora raccoglieva tutta l’opposizione, io vi presi parte in rappresentanza dei giovani del Partito Socialista. Molti di quelli che vi presero parte forse non ci saranno più, ma la nostra gente lo sentì, eccome, quell’afflato. Tutta Bagno volle dare una risposta fortemente simbolica ai fatti del Cile, cosicché l’amministrazione di allora diede il nome di Allende ad un luogo importante. Torniamo ai Savoia, perché dimenticare che furono loro, a Milano, che fecero sparare sulla folla che chiedeva il pane, ed ebbero connivenze con il fascismo. Non avrà senso, comunque, tirare fuori altri nomi, se sono il pretesto per scacciare Allende". E che diranno i titolari delle attività della piazza che dovrebbero confrontarsi con la burocrazia che chiederà loro di cambiare documenti e intestazioni con il nuovo indirizzo?