MADDALENA DE FRANCHIS
Cronaca

Viticoltura sostenibile. Varietà più resistenti e meno agrofarmaci

Parte dall’ente di ricerca cesenate ‘Ri.Nova’ un progetto che coinvolge importanti aziende emiliano-romagnole per una svolta innovativa e green.

Viticoltura sostenibile. Varietà più resistenti e meno agrofarmaci

Il cambiamento climatico, le patologie fungine, la necessità di tutelare la salute dei consumatori con un ricorso limitato alla chimica di sintesi e agli agrofarmaci: sono solo alcune delle sfide cui è chiamata a rispondere, oggi e nel prossimo futuro, la viticoltura. Contribuire a rendere questa pratica agricola sempre più avanzata e sostenibile è l’obiettivo del progetto ‘ViResClima’, lanciato da Ri.Nova, ente di ricerca cesenate, con i fondi del Programma di sviluppo rurale dell’Emilia-Romagna. Realizzato in collaborazione con Astra Innovazione e sviluppo (agenzia per la sperimentazione tecnologica con sede a Tebano, nel Ravennate) e alcune importanti aziende agricole emiliano-romagnole (fra le quali spicca il colosso forlivese Terre Cevico), il progetto è incentrato sulla coltivazione di varietà internazionali, resistenti alle principali malattie fungine della vite. Queste varietà sono state ottenute di recente, grazie a un accurato processo di miglioramento genetico, e coltivate con tecniche agronomiche altamente sostenibili.

"Per una viticoltura innovativa e ‘green’, le strade da percorrere sono due: da un lato, la coltivazione di nuove varietà resistenti, dall’altro, l’impiego delle cosiddette ‘colture da copertura’, o ‘cover crops’ - spiega Giovanni Nigro, responsabile del settore vitivinicolo di Ri.Nova -. Oggi, infatti, i consumatori e l’Unione europea chiedono che la viticoltura sia sostenibile e faccia un minor uso di agrofarmaci. La richiesta è comprensibile: nonostante la superficie dedicata alla vite da vino rappresenti solo il 3,3% delle terre coltivate europee, assorbe il 65% di tutti i fungicidi usati in Europa. La sostenibilità passa, dunque, da una riduzione dell’uso di agrofarmaci, che può essere compiuta coltivando varietà resistenti. Inoltre, l’impatto del cambiamento climatico in corso, con l’aumento delle temperature e l’intensificazione di fenomeni meteo estremi, ha modificato, soprattutto nel periodo primaverile-estivo, l’attività dei patogeni e impoverito il terreno: in questo scenario occorre utilizzare, oltre ai vitigni resistenti, soluzioni agronomiche utili a preservare acqua e suoli. Tra queste, la tecnica colturale dell’inerbimento controllato del vigneto (che consiste nel lasciar crescere sul terreno vitato l’erba spontanea o seminata, ndr) è un esempio di strategia volta a mitigare gli effetti del clima: oltre ad arricchire il terreno di sostanza organica, evita il rischio di frane in terreni in pendenza, aumenta la capacità di calpestamento delle macchine agricole e contribuisce alla diversificazione dell’ecosistema".

Il progetto si concluderà nella primavera del 2024, ma i risultati emersi nei primi dodici mesi sono già promettenti. Il monitoraggio è avvenuto in un vigneto sperimentale di Tebano (Ra), coltivato con varietà resistenti internazionali: "i nostri studi confermano la bontà di questa tecnica di coltivazione – prosegue Nigro -. Dal punto di vista agronomico, le varietà monitorate hanno evidenziato una notevole riduzione del numero di interventi fitosanitari contro oidio e peronospora, i grandi nemici della vite. Dal punto di vista enologico, i vini ottenuti da questi vitigni sono stati valutati positivamente nei test di gradevolezza, poiché valorizzano le caratteristiche del vitigno di origine e hanno un profilo aromatico in linea con le esigenze attuali del mercato".