Cesena, 5 febbraio 2016 - E fu così che una sera, in una riunione piddì a Forlimpopoli, saltò fuori di nuovo l’idea della via Emilia bis. Progetto che sembrava, dopo lo scontro tra titani Massimo Bulbi (allora presidente della Provincia) e Roberto Balzani (ex sindaco di Forlì), morto e sepolto assieme alle speranze di collaborazione tra i territori della stessa provincia, tutti tra l’altro governati dallo stesso partito. Adesso, invece il progetto di ampliamento dello scalo merci a Villa Selva – tra Forlì e Forlimpopoli – ha rilanciato l’idea dell’alternativa alla via Emilia per smaltire il traffico pesante, immaginare un nuovo snodo stradale in chiave romagnola e, soprattutto, legare le due città capoluogo pensando ai bisogni di infrastrutture tanto per Forlì quanto per Cesena e il suo polo dell’agroalimentare, nello specifico il progetto della piattaforma del fresco a Pievesestina.
RETE FERROVIARIA Italiana ha annunciato l’investimento di 5 milioni di euro per l’ampliamento di Villa Selva che nel 2015 ha movimentato 4.656 uti, cioè casse che vengono caricate sui vagoni. Ma i binari merci non sfociano né in mare né in cielo, quindi lo scarico su gomma rischia di abbattersi tutto sulla già ingolfatissima via Emilia. Ecco allora il ritorno in scena della vecchia idea, abortita non più di un paio di anni fa e una nuova possibilità di riavvicinamento istituzionale.
Da Forlì e Forlimpopoli starebbe riemergendo la versione minore della via Emilia bis: cioè una lingua di asfalto che dovrebbe partire dalla zona industriale di Forlì (via Mattei), sfiorando l’area artigianale Melatello a Forlimpopoli per intercettare Cesena all’altezza della Secante. Costo totale – trapela dal Municipio di Forlimpopoli – circa 50 milioni di euro.
IL PIANO B, sostenuto anni fa da Forlì, Forlimpopoli e Bertinoro si scontrò con l’ambizione nutrita dall’ultimo presidente della Provincia, Massimo Bulbi. In tutto, il progetto Bulbi prevedeva 12,8 chilometri di strada, 230 milioni di euro tra pubblico e privato, pedaggio parzialmente a pagamento. Il Comune di Cesena oggi si riaffaccia al dibattito riproponendo la sua versione iniziale. «La nostra posizione – commenta il sindaco Paolo Lucchi – è la stessa. Ok al collegamento alternativo se unito al nostro progetto del Lotto 0 (che unirà l’ingresso della Secante a San Cristoforo fino alla rotonda di Diegaro, costo 27 milioni). Aggiungo che il nuovo sistema dei trasporti della Romagna potrebbe avere lo sbocco marittimo a Ravenna, quello ferroviario a Forlì Villa Selva e quello stradale, pensando in termini di E45- E55, nel cesenate».