Nel territorio di Savignano sul Rubicone si trova un luogo, custode di tesori: quadri, libri, lapidi, lasciti di savignanesi illustri, che testimoniano un passato vivace del nostro territorio. Vi farò da ’Cicerone’ e vi parlerò della mia esperienza all’Accademia dei Filopatridi. La sede è a palazzo Gregorini, in piazza Borghesi a Savignano. E’ un palazzo sviluppato su tre piani, che presenta una decina di sale. Nel pianterreno la sala conferenze, con il labaro, stendardo simbolo di questo luogo: una bandiera bianca e azzurra che richiama al colore dei fiori che crescevano spontaneamente attorno al canale che portava l’acqua in città e una piccola illustrazione con un vecchio (che rappresenta il fiume Rubicone) e Minerva (la dea della sapienza) che scopre la conoscenza: mi ha molto colpito questo aspetto della conoscenza che deve essere svelata, segno di una necessità di approfondire, a non fermarsi alla superficie, come se la conoscenza non la si potesse possedesse mai fino in fondo; è anche un monito per tutti a una ricerca continua, che è anche una delle missioni dell’Accademia.
Sono presenti in questo piano, all’ingresso, una lapide che era presente sul ponte, a testimonianza del restauro svolto allo stesso, vi sono poi alcuni oggetti, per esempio lo stemma di Savignano in bassorilievo, un orologio che stava nella torre del municipio, poi caduto in seguito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, quadri e busti come quelli del Pascoli o del Carducci, presidente onorario perpetuo dell’Accademia.
Salendo al piano superiore, invece sono presenti altre sale: la sala di lettura con dipinti dei presidenti dell’Accademia, che sembrano guardarti e accompagnarti nella visita, la sala dei mappamondi, uno geografico e uno zodiacale e infine la sala dove gli accademici esponevano le loro ricerche, che aveva la bigoncia, un cilindro di legno rivestito di seta che era il posto da cui gli accademici parlavano.
Nel percorso alla scoperta di questo luogo, io e la mia classe siamo stati condotti da Edoardo Maurizio Turci, Accademico ordinario e bibliotecario della Rubiconia Accademia dei Filopatridi, da Cecilia Battistini dell’ufficio di segreteria e da alcuni studiosi e appassionati come Giuseppe Venturi, i quali avevano preparato un percorso alla scoperta della biblioteca, mostrandoci come svolgere una ricerca in una biblioteca antica e illustrandoci la storia del libro. Ci hanno mostrato testi preziosi e rari, le sale con i codici, che avevano la caratteristica di essere scritti a mano e rilegati, gli incunaboli che invece erano stampati con la tecnica di stampa a caratteri mobili, i volumi dell’Encyclopédie e antiche pergamene, alcune delle quali avevano imperfezioni o buchi che dipendevano dal fatto che non si buttava via niente della pelle di animale che si usava.
Entrare in questo luogo fa incontrare anche personaggi illustri, come Borghesi, Perticari e Amati, che danno il nome a tante importanti vie o piazze di Savignano, uomini che fino a quel momento mi erano sconosciuti, ma che in seguito alla visita acquisiscono volto e consistenza. Quando passate per Savignano recatevi all’Accademia dei filopatridi ’la più piccola delle grandi e la più grande delle piccole biblioteche’;, andate per una visita, oppure per fare un percorso sulla storia del libro o anche per fare ricerche di approfondimento, visto che in questo luogo sono contenuti alcuni esemplari unici: scoprirete che il nostro passato valorizza e dà spunti al nostro presente e ci fa affacciare al futuro con più consapevolezza.
Vittorio Baiardi 3^C
Scuola media ’Giulio Cesare’ di Savignano