di Luca Ravaglia
Ventiquattro cicli di lavatrici in un anno. Pare irrisorio per chi arriva a farli in una settimana, ma in verità non lo è. Soprattutto per chi non era abituato a farli, non per scelta, ma per obbligo. Perché in via delle stelle, col cielo come soffitto, non ci sono prese della corrente né tanto meno elettrodomestici da collegare. Fino a ieri. Fino a quando il sindaco Enzo Lattuca, l’assessora alle Politiche sociali Carmelina Labruzzo e il vescovo Douglas Regattieri hanno inaugurato ‘Oblò sul mondo’, una lavanderia riservata alle persone senza fissa dimora che potranno accedervi mostrando un apposito tesserino rilasciato nei centri di accoglienza di Asp. "A oggi – spiegano gli intervenuti – abbiamo predisposto un voucher da 24 lavaggi con relativo passaggio nell’asciugatrice, ma non escludiamo di aumentare il numero, in base alle disposizioni anti covid e alla disponibilità dei volontari". Che in effetti scalpitano per fare la loro parte a servizio della comunità ma che di questi tempi sono invece prima di tutto costretti a fare i conti con la pandemia e con tutte le sue ripercussioni.
Il locale sarà aperto due volte alla settimana, il martedì dalle 8.30 alle 11.30 e il venerdì dalle 14 alle 17, comprende due lavatrici e altrettante asciugatrici ed è stato allestito in via Madonna del Parto, una piccola strada a fondo cieco a due passi dal palazzo ex Roverella che ora si è trasformato in un punto nodale per i servizi alla persona. Lo sa bene anche Elena Baredi, presidente di Asp, pure lei intervenuta alla giornata: "Abbiamo appena raggiunto un ottimo risultato, perseguito dando seguito alle richieste dei fruitori dei nostri spazi, che fino ad ora non avevano un luogo dove poter lavare i propri indumenti. Un aspetto tutt’altro che secondario nella vita e per la dignità delle persone. Che però non è il solo. Per questo siamo al lavoro per garantire il prima possibile altre possibilità come quella di potersi concedere la doccia. Il servizio in verità in passato era attivo grazie alla Caritas, ma le disposizioni anti covid hanno purtroppo portato alla sua sospensione. E’ nostro intento ripristinarlo in fretta".
La quadratura del cerchio è però ancora più ampia e ambiziosa, come confermano la stessa Baredi e l’assessora Labruzzo: " Vogliamo arrivare a garantire un servizio attivo 24 ore al giorno, affiancando il centro diurno, il dormitorio e tutti gli altri servizi, in modo a non lasciare nessuno da solo, mai. Con una dovuta e imprescindibile precisazione: l’accesso a tutte queste strutture non deve mai essere visto come un punto d’arrivo. No, è la partenza da dove si inizia una vita nuova, costruita passo dopo passo verso l’autonomia".