FRANCESCA SIROLI
Cronaca

Un secolo di ragazzi col fazzolettone al collo

Presentato venerdì a palazzo Ghini il libro di Paolo Zoffoli che ripercorre i primi cento anni dello scoutismo a Cesena, con un colpo di scena.

La presentazione di ‘Scout a Cesena. 1925-2025 - Una pagina della città’

La presentazione di ‘Scout a Cesena. 1925-2025 - Una pagina della città’

Un secolo è trascorso da quando i giovani col fazzolettone al collo seguaci di Baden-Powell nacquero a Cesena. Un lungo viaggio ripercorso nel volume ‘Scout a Cesena. 1925-2025 - Una pagina della città’ presentato venerdì a Palazzo Ghini, con cui si sono aperte le celebrazioni del centenario promosse dall’Agesci, che attualmente conta nove gruppi e 1.500 associati. Curatore del libro è Paolo Zoffoli, che ha tirato le fila di un grande racconto collettivo di un’avventura che ha coinvolto migliaia di persone, lasciando una traccia educativa e un segno del loro servizio, non solo in ambito associativo ma anche nell’intera comunità. Nelle prime pagine c’è un colpo di scena, quello dell’esatta data di nascita dello scoutismo cesenate. Fino a poco tempo fa si riteneva infatti che il tutto fosse iniziato nel 1925-26 per volontà di don Giovanni Ravaglia nella parrocchia del Duomo. Ma spulciando negli archivi diocesani, è emersa un’altra verità: il primo reparto scout venne fondato il 26 ottobre di un secolo fa a Linaro (Mercato Saraceno) per iniziativa del parroco don Giuseppe Arrigoni. La strada si interrompe dopo soli quattro anni per l’avvento della dittatura fascista, ma riprese nel primissimo dopoguerra con l’Asci e l’Agi, rispettivamente i rami maschile e femminile del movimento. "Le evoluzioni più consistenti dello scoutismo a Cesena che mi piace definire ‘comunità di frontiera’ - ha ricordato Daniele Gualdi, ex assessore comunale ed ex scout, che ha dialogato con l’autore - sono legate a uomini e donne coraggiosi che hanno saputo interpretare i bisogni del proprio tempo".

Sono i coniugi Samuele Andreucci e Giorgia Bazzocchi nel dopoguerra i capi che hanno creato i nuovi gruppi, tra cui Edo Biasoli e Gianni Molari. La nascita del Clan cittadino ‘La Caveja’ nel 1948 nel Cesena 1 grazie ad Andreucci (tra i primi artefici a livello nazionale della ricostruzione del movimento) fu un primo salto di qualità per l’avvio del roverismo e della formazione dei giovani scout che sarebbero stati futuri capi. La storia si consolida nel tempo fino ad arrivare al 1974 quando dalla fusione dell’Asci e dell’Agi nasceva l’Agesci. Una scelta d’avanguardia, non senza dibattiti accesi e ben prima della riforma del diritto di famiglia: far crescere ragazzi e ragazze insieme scalfendo gli stereotipi di genere. Si arriva poi agli anni ’80 quando si registrò una crescita impetuosa. "In quegli anni c’è stato un cambio di passo della società che ha visto una crescita sotto diversi punti di vista - ha detto Paolo Zoffoli -. Ed è cambiata la prospettiva di alcuni sacerdoti, in passato restii ad accoglierci nelle loro parrocchie per la nostra volontà di sapere, condividere e partecipare. Hanno capito che lo scoutismo rappresentava una carta vincente per educare i bambini alla fede".