di Luca Ravaglia
Ci sono le strade franate, gli argini del fiume da ricostruire e gli edifici pubblici da sanare. In un mese di lavoro febbrile, gli uffici di palazzo Albornoz hanno fatto i conti e ieri il sindaco Enzo Lattuca ha annunciato il risultato: l’alluvione che si è abbattuta sul territorio cesenate tra il 16 e il 17 maggio costerà alle casse comunali oltre 58 milioni di euro, la cui fetta maggiore (45.663.000 euro) dovrà essere destinata al rifacimento delle strade, mentre quella residua (12.350.000 euro) servirà a ripristinare la piena funzionalità degli edifici pubblici. Riguardo al primo punto, le frane che hanno colpito il territorio di Cesena sono più di 100, disseminate lungo 35 strade collinari. L’area più colpita è compresa tra le località di Santa Lucia e Roversano, dove se ne contano nove. Riguardo ai beni mobili invece, gli interventi riguardano vari ambiti: sul fonte degli impianti sportivi, il Carisport, la pista atletica e il centro sportivo di Borello sono stati oi più colpiti. Per renderli nuovamente operativi serviranno 1,8 milioni di euro, che salgono a 2,2 milioni conteggiando anche le opere previste in tutte le altre strutture sportive. Riguardo al mondo dell’istruzione, scuole e palestre fortunatamente non hanno subìto particolari danni, se non quelli legati qualche allagamento di seminterrati che magari ha causato anche il blackout di alcuni impianti. Per rimettere tutto in ordine (impianti di riscaldamento compresi) serviranno un milione e 300.000 euro. Per ripristinare l’intera area dell’Ippodromo del Savio bisognerà spendere invece più di 5miloni. Per i luoghi della cultura (Biblioteca Malatestiana compresa, con qualche infiltrazione d’acqua) si stima una spesa di 1.730.000 euro e per i cimiteri se ne aggiungono altri 775.000.
E con questo siamo soltanto al fronte del settore pubblico, il più semplice da mappare. Perché oltre a questo, lo Stato dovrà pensare a sostenere i privati. In questo ambito è ancora troppo presto per parlare di certezze, perché l’impressione è che servirà almeno tutta l’estate per misurare l’entità dei danni a muri, pavimenti e strutture portanti. "Abbiamo già raccolto 324 domande di contributi per autonoma sistemazione - ha commentato Lattuca - e 845 riguardanti l’immediato sostegno. Riguardo alle raccolte fondi di privati e aziende, stiamo sfiorando i 700.000 euro, che saranno destinati prima di tutto a offrire alloggi a chi non può ancora rientrare a casa"". La partita aperta resta quella della richiesta dei fondi al Governo: "Il totale quantificato a livello regionale dei danni da riparare è di 8,8 miliardi di euro, ne chiediamo con urgenza 1,8 per dare continuità ai tanti cantieri che abbiamo già aperto e che non si possono fermare".
Con questo si arriva a parlare dei tempi: "L’auspicio è che con l’arrivo dell’autunno le persone (o almeno la stragrande maggioranza di esse) siano rientrate nelle loro case, e i collegamenti ripristinati. L’entità complessiva dei danni è paragonabile a quella di un terremoto, ma la superficie coinvolta è nettamente maggiore. Gli interventi, sono, nella grande maggioranza, più semplici. Possiamo e dobbiamo fare presto". Il punto però è che non basterà ricostruire quello che è andato distrutto: "fare di più, per essere pronti nel caso in cui un altro evento di questa portata dovese colpirci. La priorità? I fondi, certamente, che però per essere gestiti al meglio necessitano della presenza di un commissario".