
di Gabriele Papi
Coprifuoco, razionamenti, tessera alimentare: vicende dure, patite dai cesenati (e dagli italiani) durante la seconda guerra mondiale. Cesena, maggio 1942: coprifuoco, aumento del costo della vita e tessera alimentare affliggono la città, mentre la burbanzosa propaganda fascista mostra la corda davanti a fame e paura del peggio.
Il 29 agosto 1941 la proclamazione anche a Cesena degli ‘orti di guerra’ cittadini aveva fatto capire, in una realtà agricola, che non c’era più trippa per i gatti, come si dice. 1° dicembre 1941: obbligatoria la tessera annonaria, stillicidio di bollini. I cittadini non sanno, poiché vige una censura severa su radio e giornali, che parte della ’reclame’ della popolare lotteria di Tripoli è stata proibita perché diceva: ‘il 1942 sarà l’anno della Vittoria’. Vige su beni e alimenti di prima necessità la tessera alimentare: razioni via via decurtate nei mesi successivi. 200 grammi giornalieri di pane a testa (300 per operai e operaie di guerra, 400 per facchini, scaricatori) 600 di pasta e 1400 di riso al mese, 500 di marmellata al mese, 150 di carne la settimana, burro e olio 200 al mese, finchè ci sono. Di fronte ai rapporti delle Prefetture che segnalano proteste e disamore del popolo, Mussolini esplode in una delle sue solite spacconate: ‘nessuno pensi che la tessera annonaria sarà abolita alla fine della guerra. Essa durerà finche durerò io… Anche Agnelli deve mangiare come il suo operaio’ (figuriamoci…). Una delle canzoni più in voga ha per titolo: ‘Vento’. I suoi versi vengono cambiati e cantati clandestinamente: ‘Ci ha tolto prima l’oro e poi l’argento lo zucchero e il caffè Vento, vento, portaLo via con te ’.
Il razionamento con tessera riguarda anche i capi di vestiario: il tessuto scarseggia, i soldati spesso non hanno divise adeguate e scarponi degni di questo nome. Una legge del 30 ottobre 1941 stabiliva 120 punti l’anno per cittadino (96 per ragazzi e bambini) secondo questi punteggi. Cappotto da uomo 80 punti, da donna 65, vestito da uomo 75 punti, da donna 65, camicia 10, maglia 16. Scarpe sia da uomo che da donna : tipo pelle (similpelle) 80 punti con suola di cuoio, 20 con suola di gomma. Mutandoni da uomo 6 punti, mutandine da donna 3 punti, fazzoletto un punto cadauno. Inevitabile che in ogni famiglia si ‘rivoltino’, per quanto possibile, abiti vecchi per grandi e bambini.
Inevitabile il mercato nero, economia da marciapiede: accapparratori senza scrupoli, prezzi da capogiro. Febbraio 1943: ‘Il Popolo di Romagna’, periodico provinciale fascista, lancia un grido di dolore per i ‘violatori della disciplina del tesseramento, la quasi totalità dei cittadini, compresi gli agenti dell’ordine che dovrebbero per primi osservare la disciplina’. Inutile chiudere la stalla: i buoi son già scappati. Anche i cesenati, come gli italiani, sono costretti a tirare la cinghia e aggiungono un altro buco nella cintura: viene chiamato ‘foro Mussolini’.