di Andrea Alessandrini
La speranza è l’ultima a morire e fino a domani, ultimo giorno utile, è in teoria ancora possibile presentare una lista per le elezioni comunali di Sarsina del 14 e 15 maggio che si affianchi a ’Sarsina Nostra’ capeggiata dal ricandidato sindaco uscente Filippo Cangini, azzerando il rischio che con un solo competitore in lizza possa materializzarsi il commissariamento prefettizio nel malaugurato caso che i votanti non superino la soglia del 40%. È vero che nel 2018 a presentarsi alle urne fu oltre il 65% dei sarsinati aventi diritto, ma sono passati cinque anni, l’assenteismo elettorale è una realtà in crescita e non si sa mai cosa possa succedere.
Di certo non potrà essere la lista di centrosinistra, dopo che il capogruppo Francesco Romagnoli (Pd) ha ufficializzato che non si farà, stop e punto a capo. Ma per quale storia è tutto da vedere. Ieri a Sarsina, in piazza Plauto, nei bar e nei negozi non si parlava d’altro, anche se già i sarsinati avevano già capito quale piega finale avrebbe assunto laa vicenda. Il sindaco Enrico Cangini, candidato a succedere a se stesso, benvoluto a Sarsina, attende in silenzio la scadenza con la triste certezza di essere il solitario candidato in gara, per avviare una campagna elettorale senza precedenti contro l’antagonista del quorum e far capire bene ai sarsinati a cosa andrebbero incontro se diserterassero le urne al punto da non superare la soglia del 40% dei votanti: il blocco dell’attività amministrativa, gestione ordinaria a parte, dalla imprecisata durata e la possibile riconvocazone delle elezioni nel 2024 nella tornata che riguarderà vari comuni cesenati.
A meno che non si trovi qualche anima gentile e pia che raccolga dalle trenta alla sessanta firme – operazione in sé non impossibile anche da svolgere in tutta fretta – per presentare con affanno ma entro i tempi la fatidica seconda lista con un candidato sindaco purchessia, in modo da ricondurebbe le comunali del 14 e 15 maggio ad una competizione elettorale degne di questo nome, scongiurando la spada di damocle del commissario. Sarsina ha diverse Pro Loco, una associazione di assistenza di forte radicamento come la Misericordia e un tessuto sociale di grande rispetto.
E magari, c’è ancora chi lo spera o si illude, da questo fervido tessuto sociale potrebbe scaturire una lista per così dire di pubblica utilità, per salvare la faccia alla città dove mai si è verificata una situazione alle urne come quella che si è venuta a prefigurare. Una lista salvatrice della patria, che spenga la miccia del quorum in questa che non è una commedia di Plauto, ma la amara realtà.