ANNAMARIA SENNI
Cronaca

Udienza per l’archiviazione. Mistero Golinucci, ultimo atto. Ma mamma Marisa spera ancora

Non ci sarà rinvio, giovedì il giudice decide sul caso della ragazza scomparsa a Cesena 32 anni fa. La battaglia della donna, che vuole vagliare nuove piste: "Finché avrò vita continuerò a cercare Cristina".

La mamma di Cristina Golinucci si batte contro l’archiviazione del caso

La mamma di Cristina Golinucci si batte contro l’archiviazione del caso

Nessun rinvio. È stata fissata per giovedì l’udienza di opposizione all’archiviazione nel procedimento di Cristina Golinucci, la ragazza 21enne scomparsa a Cesena 32 anni fa. L’avvocata Barbara Iannuccelli, che assiste la madre Marisa Degli Angeli, aveva chiesto un rinvio dell’udienza per approfondire le indagini. La legale ha anche raccolto 41mila firme da presentare assieme alla richiesta di opposizione. Marisa Degli Angeli, madre di Cristina, attenderà giovedì che la giustizia segua il suo corso. Di traiettorie inconcludenti la giustizia, in questi 32 anni, ne ha percorse almeno dieci. Tante le richieste di archiviazione in un procedimento in cui magistrati e inquirenti non hanno trovato né capo né coda. A ingarbugliare la matassa giudiziaria ci ha pensato il tempo, che ha lasciato tanti vuoti nel suo percorso, come il venire meno di personalità strategiche per l’inchiesta.

Colma di dubbi e lacune, la vicenda processuale ha continuato il suo iter. Eppure il filo del percorso giudiziario è stato mostrato più e più volte dai legali della famiglia, che hanno setacciato ogni angolo pur di far quadrare un’inchiesta di omicidio che non ne voleva proprio sapere di andare avanti. Le indagini hanno sempre trovato un muro: scontrandosi contro la dura archiviazione. Ora Marisa Degli Angeli attende di sapere se dovrà sbattere la faccia su una nuova archiviazione. "Un altro schiaffo dalla giustizia", come ha detto lei. "Finché avrò vita cercherò la verità su Cristina", ha aggiunto.

Nessun nome è mai stato scritto nelle lista degli indagati nell’inchiesta per omicidio. Solo sospettati. A partire da Emanuel Boke, il giovane africano che frequentava il convento dei Frati Cappuccini, successivamente condannato per violenza sessuale ai danni di due ragazze cesenati, ora trasferito in Francia dove ha fatto perdere le sue tracce. Boke confessò l’omicidio di Cristina e poi ritrattò. Tra i sospettati anche uomo di 60 anni legato al mondo della chiesa e al volontariato, e un infermiere che conosceva Cristina. Per gli inquirenti, però, non è emerso nessun elemento concreto che possa portare all’incriminazione di un possibile imputato. Recentemente un nuovo esposto è stato presentato in procura da Giacomo Garaffoni, l’autore di una piece tetrale sulla vicenda che ha avuto modo di approfondire l’analisi delle carte dell’inchiesta. Si punta il dito contro un ex fidanzato di Cristina, che il giorno della scomparsa lasciò la sua auto rossa parcheggiata nel convento dei frati Cappuccini, sui colli di Cesena, a fianco della Cinquecento azzurra lasciata dalla ragazza.