ANNAMARIA SENNI
Cronaca

Terremoto a Cesenatico, un mese di scosse in Romagna: “Probabili altri eventi sismici”

Il sismologo Ingv: la faglia è profonda e non la conosciamo, ma non dovrebbe essere tra le più pericolose. "La zona sotto gli Appennini e la riviera sono a rischio sismico, i dati storici registrano una magnitudo massima pari a 6"

I pallini blu indicano i terremoti degli ultimi 90 giorni tra Romagna e Marche

Cesena, 23 gennaio 2023 – La terra continua a tremare in Romagna da più di un mese. Le ultime scosse sono state avvertite nitidamente ieri mattina a Cesena e Cesenatico. Ancora una volta, di domenica mattina. A quattro chilometri dalla costa di Cesenatico, ieri alle 9.38, la terra ha tremato per alcuni secondi e i sismografi hanno registrato un sisma di magnitudo 3.5. Due ore dopo, la terra è tornata a tremare, questa volta con un’intensità minore, pari a 2.7 di magnitudo. Un’altra piccola scossa, con epicentro nel Cesenate, a Gambettola, è stata registrata alle 16.27. Lo sciame sismico, anche se fino a questo momento non ha raggiunto intensità elevate e non ha provocato danni, non accenna a fermarsi. Da più di un mese nella zona tra Cesena e Cesenatico continuano a ripetersi scosse di terremoto, avvertite più o meno chiaramente. Gli abitanti di Cesenatico si sono svegliati per il rumore di un forte boato, seguito da una breve scossa, domenica 19 dicembre, quando un terremoto sussultorio di magnitudo 2.7 ha risvegliato la cittadina di mare. Poche settimane dopo che è stato avvertito distintamente anche in Romagna il terremoto sulla costa di Fano, nelle Marche, il 9 novembre (magnitudo 5.7), anche la costa romagnola sembra essersi risvegliata. E anche se non ha raggiunto l’intensità della regione vicina, la preoccupazione si è diffusa e ci si chiede se ci sia una correlazione tra i due eventi. E una cosa fa paura: la storia passata. Perché nella storia dell’Emilia-Romagna si sono verificati più di trenta terremoti di alta intensità (oltre sesto grado Mercalli).

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Gianluca Valensise, sismologo di Invg e geologo della società italiana di geologia ambientale, la terra ieri ha tremato ancora nel Cesenate, dobbiamo aspettarci altre scosse? "Sicuramente altre scosse della stessa entità di quelle di ieri è garantito che possano verificarsi di nuovo. Ieri è stata avvertita una scossa di magnitudo 3.5, non è considerato un terremoto forte. La regola è che se un terremoto c’è stato, può ripetersi".

Ma se continuano a ripetersi scosse lievi significa che si libera energia e non ci saranno scosse forti, o che invece potrebbe verificarsi un forte terremoto?

"Ogni ipotesi può essere fatta solo a partire dai dati storici, su base statistica e probabilistica. Da quello che abbiamo visto fino a oggi possiamo dire che in Romagna, se si verificasse un terremoto di magnitudo 5.5 o 6, noi sismologi non saremmo sorpresi, perché dalla storia non si possono ricostruire eventi di intensità maggiore".

Ma un terremoto di magnitudo 6 potrebbe avere delle conseguenze molto pesanti sulle persone e sulle strutture?

"La magnitudo 6 è un po’ la barriera di queste zone, quella oltre la quale non riteniamo si possa andare. Come paragone possiamo considerare il terremoto di Amatrice. Certo, un sisma di magnitudo 6 può fare danni sostanziali. Ma, lo ripeto, i terremoti non si possono prevedere. Non si può assolutamente sapere quando un terremoto si verificherà".

Allora come si può fare per correre ai ripari?

"Innanzitutto bisogna guardare se nella zona o nelle case in cui si abita tutto è stato fatto a regola d’arte. Purtroppo, a volte la gente dimentica di essere in zona sismica o, ancora peggio, fa finta di non vederlo. Poi più il tempo passa e più le comunità si trovano impreparate".

Quindi, cosa si può fare?

"I ’terremotini’ lievi devono essere un campanello d’allarme per correre ai ripari. Valutare attentamente se la casa in cui abitiamo è stata costruita nel rispetto delle norme antisismiche o se sono stati commessi abusi".

In Romagna è capitato?

"Tra gli anni ’30 e ’80 tutta la costa romagnola e oltre (da Cervia fino a Senigallia), per via dei forti terremoti avvenuti a Rimini nel 1786, 1875 e 1916, era già considerata zona sismica. C’erano stati terremoti distruttivi con un’intensità di 6 gradi della scala Mercalli. Ma, nonostante questo, sulla costa stava nascendo ’la grande azienda turistica’ e quindi venne declassificata la zona sismica e il territorio fu etichettato come ’asismico’. Epicentro di questa azione spregiudicata di nuove costruzioni fu Rimini. Si tornò a costruire a regola d’arte negli anni ’80".

La Romagna è una zona di particolare rischio sismico?

"Tutta la zona che si trova ai piedi degli Appennini va vista con un po’ di attenzione. Per dirla banalmente, tutta l’area che si estende lungo la via Emilia è zona sismica. Così pure la costa adriatica. Queste sono zone in cui i terremoti si possono sicuramente verificare, ma non è dato sapere quando. E per quello che abbiamo visto fino a oggi, se si arriva a un terremoto di magnitudo 6, quello che bisogna sperare è che gli edifici siano costruiti a regola d’arte".

Questi eventi sismici cambiano il nostro territorio?

"Un terremoto cambia il territorio nell’arco di migliaia di anni".

L’evento sismico di ieri che caratteristiche ha avuto?

"Quello verificatosi ieri a Cesenatico è stato un terremoto più profondo rispetto alla media dei sismi italiani (che è di solito 10 o 12 chilometri di profondità). La profondità del terremoto di ieri è stata di 19 chilometri".

Che cosa significa questo?

"Che la faglia che ha generato il terremoto ieri mattina non dovrebbe essere tra quelle conosciute e più pericolose. A noi è sconosciuta. Noi conosciamo quelle più superficiali, perché più accessibili ai nostri studi".

Terremoti più forti nel Cesenate o zone limitrofe ci sono mai stati?

"Nel 1483, nella provincia di Forlì-Cesena, ci fu un terremoto devastante dell’ottavo grado della scala Mercalli. Il Cesenate si trova in mezzo a tre sistemi di faglie che potrebbero un giorno (ma anche mai) generare terremoti. Potrebbe essere tra un giorno, tra una settimana, o tra mille anni".

C’è una correlazione con le scosse sulla costa marchigiana?

"U n collegamento diretto è difficile da dimostrare. Un collegamento indiretto c’è, perché la terra è una sola e c’è un sistema di faglie che si muovono in continuazione in una zona e nell’altra: alcune vanno in una direzione e alcune in un’altra, e dunque si sollecitano a vicend a".

Che cosa bisogna fare in caso di terremoto?

"Cercare il punto più sicuro in casa: lontano dalle pareti sottili, lontano dalle finestre, sotto i muri portanti o sotto tavoli e scrivanie".