Cesena, 31 gennaio 2023 – Due scosse sismiche di magnitudo 4.1 registrate nell’arco di meno di tre giorni non si possono dimenticare in fretta. E sono anche molto difficili da ignorare. In effetti in questi giorni tanti cesenati si stanno ponendo il problema della sicurezza, loro e di riflesso della loro abitazioni. Il tema è decisamente complesso e le soluzioni non possono essere improvvisate. Per provare a fornire qualche indicazione ci siamo rivolti a chi questa materia la mastica quotidianamente.
"Il primo passo - illustra la dirigente del settore Governo del territorio del Comune di Cesena Paola Sabbatini – è quello di fare richiesta di accesso agli atti rivolgendosi ai nostri uffici, che mettono a disposizione tutti i documenti legati alla specifica abitazione. In questo modo, con l’aiuto di un proprio tecnico di fiducia, è possibile rendersi conto del tipo e delle caratteristiche della struttura e valutare con cognizione di causa eventuali interventi migliorativi. Il tema è già particolarmente sentito, perché in effetti col ‘Superbonus’ la stragrande maggioranza della pratiche che ci sono state presentate hanno riguardato anche l’aspetto antisismico".
L’impatto degli interventi è significativo, perché se quando si parla di efficientemento energetico, nella stragrande maggioranza dei casi, le persone coinvolte possono continuare a vivere all’interno delle loro abitazioni anche durante i lavori, per quanto riguarda le operazioni legate all’antisismica, vale il contrario:
"E’ chiaro – conferma Gabriele Di Bonaventura, responsabile Cna Costruzioni Forlì-Cesena –che quando si tratta di intervenire sui giunti, sulle fondamenta o con dei tiranti che possano tenere ‘unito’ l’edificio, parliamo si di procedure decisamente invasive. Sull’aspetto pratico poi, le opere legate a combattere gli effetti sismici purtroppo, anche in un Paese a rischio come il nostro, spesso vengono messe in secondo piano, per poi tornare attualissime sull’onda emotiva di momenti come questo. Lo Stato potrebbe – e dovrebbe – giocare un ruolo cruciale nel processo di riqualificazione del patrimonio immobiliare, magari spalmando bonus e agevolazioni su un ampio lasso temporale, che possa impedire la speculazione e consentire a tutti di intervenire al meglio".
Ma quanto costa provare a prevenire gli effetti di un terremoto? Le variabili sono tante e generalizzare è impossibile, ma una rilevazione effettuata da ‘Pagine Gialle Casa’ ha provato a dare qualche risposta concreta, indicando che un adeguamento antisismico di un’abitazione può costare intorno a 40.000 euro, considerando uno degli interventi più invasivi e un immobile in classe di rischio 1. Spese importanti, che possono in ogni caso essere fortemente ridimensionate dalle agevolazioni fiscali: la scadenza del Sismabonus è stata infatti prorogata al 31 dicembre 2024, con una detrazione a partire dal 50% per i lavori che non apportano un miglioramento della classe antisismica, arrivando fino al 70% per il passaggio di una classe e all’80% per gli interventi che permettono di scalare due classi di rischio sismico. A seconda dei casi, si può cercare di ridurre l’eccessiva deformabilità dei solai, effettuare delle cerchiature o delle cuciture in metallo, rinforzare i muri portanti o intervenire sulle fondazioni.
Le differenze di costi riguardano la tipologia di lavoro, i materiali utilizzati e le tecniche impiegate. In base alla rilevazione citata per esempio, gli interventi di consolidamento delle murature presentano dei prezzi medi che variano da 110 a 200 euro per metro quadro. Se si tratta di consolidamento dei solai, invece, i costi partono da 25 euro per metro quadro per arrivare fino a 60 euro. Altri interventi di rafforzamento della struttura dell’edificio, come per esempio l’incamiciatura dei pilastri, possono presentare un costo compreso tra 80 e 140 euro per metro quadro.