Dopo il lungo tour di addio al rock, il cantautore Omar Pedrini, ex Timoria, si dedica alla sua passione per il teatro con ‘Quando siamo felici facciamoci caso’. L’artista venerdì sera porterà sul palco del Petrella di Longiano uno spettacolo di teatro canzone ispirato all’opera di Kurt Vonnegut. Al centro di tutto pensieri e parole che raccontano l’esigenza di riappropriarsi del tempo necessario alla riflessione, per un modo di vivere più lento e umano. I biglietti per lo spettacolo sono in vendita sul sito di Vivaticket e presso la biglietteria del teatro.
Pedrini, come nasce lo spettacolo?
"Dopo un lungo saluto al pubblico del club, ho deciso di fare qualche tappa anche a teatro, dato che nei prossimi mesi dovrò pensare alla mia salute. A onor del vero, questo progetto lo avevo già messo in piedi durante la pandemia, grazie all’aiuto del regista Emilio Russo. Solo adesso, però, è riuscito ad uscire dal cassetto".
Cosa racconta nello spettacolo?
"In scena sarò accompagnato da Simone Zonni, che mi aiuterà con le musiche. La spina dorsale dello spettacolo è uno studio con testi e canzoni legati al tema della ricerca della felicità, cercando di allontanare il pessimismo che di solito fa parte delle nostre vite. Oltre a scritti di Vonnegut e a cose mie, ci saranno omaggi ad altri autori".
Per esempio?
"Partendo da grandi scrittori come Neruda, Frost o il poeta greco Kavafis – che sono felice di diffondere – si arriva a parlare di autori nostrani come Veronelli, per sdrammatizzare un pochino il tutto. Ci sarà spazio, inoltre, per le mie riflessioni personali sulla felicità, nate in seguito alle varie operazioni al cuore che ho sostenuto in passato".
Da quando ha iniziato ad appassionarsi al teatro?
"È sempre stata la mia seconda passione, anche perché mio padre da giovane ha militato in alcune compagnie, per cui mi ha trasmesso la sua passione. In passato, inoltre, ho portato sul palco altri spettacoli, come ad esempio Dino Buzzati a fumetti. Il teatro per me è come il rock, un’esigenza".
Perché oggi si tende a dare tante cose per scontate?
"Non sono un filosofo, però da uomo che è stato vicino alla morte posso dire che ho imparato ad apprezzare la vita. Un monaco tibetano mi ha detto che se sono vivo è per portare un messaggio. Credo che oggi ci siano tanti impulsi, perciò diamo per scontato quello che poi conta davvero, non lo riconosciamo. Vonnegut diceva che la felicità è bersi una limonata fresca d’estate all’ombra di un albero e aveva ragione".
Il teatro è il suo nuovo mondo, ha già in mente qualche nuovo progetto?
"Per adesso non ci ho ancora lavorato, però ecco i pezzi di teatro canzone di Gaber sono la stella polare a cui tendo, senza ovviamente arrivare. Nel mio piccolo mi piacerebbe omaggiarlo".