
La due donne, madre e figlia di Badia Prataglia, riprese alla ’Vita in diretta’
Cesena, 4 febbraio 2025 – Una bastonata evitata per un soffio. Le due stalker di Badia Prataglia, mamma e figlia, che da mesi rendono impossibile la vita dell’autotrasportatore di Borello Paolo Zignani, hanno tentato nuovamente di aggredire la giornalista della Vita in Diretta che ieri mattina si è presentata a casa loro per intervistarle. Nella trasmissione, in onda ieri, si vede nitidamente la donna più anziana che regge il manico di una scopa e si avventa contro la giornalista.
Fortunatamente senza riuscire a colpirla. Venerdì scorso l’inviata è stata aggredita con una pentola di acqua bollente, che l’ha solo sfiorata. Intanto nella giornata di ieri, a Borello, la strada dove abita il camionista 57enne, era bloccata da un andirivieni continuo di carri attrezzi chiamati dalle due donne per ritirare l’auto di Zignani.
“Ieri – dice l’autotrasportatore – sono arrivati muratori, cartongessisti, e carri attrezzi provenienti da diverse città. La mia strada era bloccata dai mezzi pesanti. Ho domandato loro chi li avesse chiamati e mi hanno mostrato i soliti numeri telefonici, appartenenti alle due donne di Arezzo”.
Madre e figlia di 36 anni, che Zignani conosce solo di vista, perché per un periodo ha abitato a Badia Prataglia. Le due stalker sono poi state viste nel weekend in un centro commerciale a comprare nuove schede telefoniche. Si sommano (arrivando a quasi un centinaio al giorno) le chiamate al supermercato di Borello da parte delle due stalker che chiedono se il camionista è andato a fare la spesa lì. Quasi un modo morboso per tenerlo sotto controllo. Intanto gli invii di servizi e pacchi a casa di Zignani (assistito dall’avvocato Raffaele Pacifico), hanno toccato quota 837.
Lo sgomento è iniziato all’arrivo dei carri funebri (50 quelli mandati in 5 mesi) che parcheggiano sotto casa del 57enne, con lui che li accoglie increduli mentre gli operatori delle onoranze funebri gli spiegano che sono lì per ritirare la sua salma per portarla all’obitorio. Episodi che non accennano a finire. Dai fiorai agli imbianchini chiamati a pitturare casa, dai giardinieri ai muratori, dai taxisti ai corrieri che portano abiti da sposa, confetti, bomboniere, vini, pizze, panini. A casa del 57enne si sono presentati uomini che gli hanno raccontato che una donna (la 36enne stalker) ha creato un profilo su un sito di incontri online, presentandosi come sua moglie. Uomini che pretendevano incontri sessuali. Il sindaco di Poppi Federico Lorenzoni ha detto che le due donne, che hanno subito diversi procedimenti per atti persecutori e procurato allarme, sono pericolose socialmente e si deve intervenire. “La situazione non è più sopportabile per la comunità. Entro questa settimana – ha spiegato – confidiamo di risolverla. E’ nostro dovere evitare disagi e rischi per la salute e incolumità pubblica”.
Si cerca una struttura sanitaria che possa ospitare le due donne, come richiesto in un’ordinanza anche dal giudice di sorveglianza di Firenze a settembre per la più giovane. Una notizia ufficiosa, emersa ieri nel servizio della Rai, è che sembra che le istituzioni abbiano trovato una struttura adatta dove poter curare mamma e figlia.