"Anche integrare i servizi per fornire una risposta sempre più personalizzata ai bisogni delle persone va inserito tra i processi di innovazione". La sintetizza così Giuseppe Benati, direttore del dipartimento di Medicina di Comunità, la realizzazione dell’area inaugurata ieri presso la sede Ausl di Corso Cavour e che terrà le fila delle risposte che l’Azienda Sanitaria elabora per la disabilità, la vecchiaia, la non autosufficienza, l’indigenza, la solitudine, l’esigenza di assistenza domiciliare. Un coordinamento tra sociale e sanitario "che - dice il sindaco Lattuca chiamato al taglio del nastro - presenta esigenze sempre più variegate e necessita di risposte non standardizzate".
In un luogo identitario per la sanità cesenate (qui tra il 1909 e il 1960 ha operato l’ospedale di Cesena) in cui non si vedono letti per degenti o barelle per trasportati ma solo locali luminosi, i professionisti dell’Ausl, integrando tutti gli ambiti assistenziali (anche quelli comunali del settore Servizi per le Persone in capo all’assessora Carmelina Labruzzo), programmano le migliori soluzioni possibili fornite dal nostro territorio. La sede, per il vero, è già operativa da diversi mesi ma, come ha spiegato la dottoressa Paola Ceccarelli, direttrice del Distretto Sanitario Cesena-Valle Savio che ha pilotata l’inaugurazione di ieri, "non è stata semplice la ristrutturazione dell’area, 326 metri quadrati finanziati per 253.700 euro di fondi Pnrr, più un investimento di 480 mila euro del fondo Emergenza Alluvioni per importanti interventi al tetto della struttura e alla facciata".
Anche il grande giardino alle spalle di Corso Cavour, che fu un tempo area verde dell’antico ospedale, sarà, come ha anticipato la dottoressa Ceccarelli, predisposto per nuovi impieghi. Ciò che appare di particolare rilievo è che la nuova area sarà Punto Unico di Accesso (Pua) di tutti i percorsi socio-sanitari per chi presentasse le problematiche sopra elencate. Nell’area, oltreché la Centrale di coordinamento, è ospite il servizio infermieristico domiciliare e degli infermieri di famiglia e comunità. Il primo permette alle persone ammalate gravi di poter avere continuità nella cura anche stando, quando le condizioni cliniche lo permettono, tra i proprio cari. Anche il secondo servizio opera per una presa in carico a garanzia della continuità assistenziale, con attività dirette sulle persone assistite, in ambulatorio o a domicilio, facilitando inoltre il percorso della presa in carico e favorendo la collaborazione tra le figure professionali e i servizi sociosanitari. Completa le presenze, il Servizio Unità di Valutazione Area Anziani e Disabili. Composto da una equipe multiprofessionale ha il compito di valutare l’autonomia e i bisogni assistenziali della persona anziana o che presenta disabilità e l’eventuale accesso ai servizi socio-sanitari della rete.