
Sindaca suona strano? No è la regola dell’italiano
Egregio lettore, le confesso candidamente che fino a qualche anno fa la pensavo più o meno come lei. Femminilizzare a oltranza, magari introducendo parole mai usate, mi pareva un’esagerazione. Poi ho cambiato idea. Semplicemente dando ascolto a chi ne sa più di me (e di lei, mi consenta) cioè gli studiosi di linguistica e gli esperti di grammatica italiana. Che, come sappiamo tutti fin dalle elementari, prevede il maschile e il femminile per i nomi. Dunque, a rigor di logica, se ci sono maestro e maestra, devono esserci anche sindaco e sindaca. L’Accademia della Crusca, la massima autorità sulla lingua italiana, si è espressa chiaramente. Così la linguista Alma Sabatini fin dagli anni ’80. Alcune donne in posizioni apicali preferiscono essere chiamate al maschile (famoso il caso di una donna direttore d’orchestra, pardon direttrice) perché in tal modo ritengono di avere maggiore autorevolezza. Ma questo svela che il ‘rifiuto’ del femminile ha esclusivamente una matrice culturale (nessuno si oppone a declinare impiegata o infermiera...). Quindi nulla a che vedere con la grammatica che, appunto, prevede sempre il maschile e il femminile nelle lingue romanze. E nell’italiano le regole sono chiare, sempre. Presidente vale per il maschile e per il femminile. Anche se in questo caso diventa ’la presidente’.