Borse, scarpe, effetti personali, tutto in mezzo a una strada. Inizia così, tra le lacrime, la giornata di Khalifa Gaouem, 75enne originario della Tunisia e in Italia con regolare permesso di soggiorno, che ieri mattina sotto una pioggia battente è stato sfrattato dalla polizia locale dal garage in cui abitava da due anni in via Longiano a Cesena.
"Mi hanno buttato fuori di casa – dice Khalifa – sono in mezzo alla strada con la pioggia e con tutte le mie cose sotto l’acqua. C’è il letto che si sta bagnando, le scarpe, i vestiti, niente è al riparo. Avevo chiesto di aspettare ad eseguire l’ordinanza di sfratto, di non buttarmi fuori di casa sotto quella pioggia insistente, ma non hanno voluto sentire ragioni. In più la chiave del mio furgone, dove potevo trovare un riparo momentaneo e riporre le mie cose, è rimasta chiusa dentro il garage, e mi hanno detto che dovrò aspettare 24 ore per riaverla".
Khalifa Gaouem vive in Europa da 50 anni, si è sposato due volte, prima con una donna italiana e poi con una donna tedesca, ma non ha mai chiesto la cittadinanza europea. Ha due figli che vivono a Ferrara in una casa popolare ma non possono ospitarlo. Con lui, ieri mattina, c’era l’avvocato Andrea Imperato, consigliere comunale di FdI. "Khalifa – ha detto l’avvocato – non sa dove andare ed è disperato. Aveva trovato un alloggio anni fa in via Longiano ma poi aveva trovato da dire con il proprietario e aveva lasciato l’abitazione. Viveva da due anni dentro un garage e per lavarsi andava al centro commerciale ogni mattina. Ora non ha neanche più quell’appoggio".
I servizi sociali gli hanno proposto di andare a vivere a Casemurate in un alloggio senza cucina per la spesa di 400 euro al mese. Ma la pensione di Khalifa Gaouem ammonta a 680 euro al mese e non riuscirebbe a vivere pagando quell’affitto. Khalifa ha lavorato una vita come autotrasportatore per le strade d’Europa.
"Khalifa è un uomo con una grande dignità – dice l’avvocato Imperato – e quando lo hanno fatto uscire dal garage ha cominciato a piangere perché si rendeva conto che non aveva nessuna possibilità. È consapevole che la sua vita non è vita, ma gli bastava avere un tetto, anche se era solo quello di un garage. Adesso chiede una collocazione dignitosa, con almeno una cucina".