GABRIELE PAPI
Cronaca

Serra, il bibliotecario con la pistola. Quel duello con il marito geloso

Il meccanico Luigi Tondi era convinto che il giovane letterato avesse una tresca con la moglie Maria

Serra, il bibliotecario con la pistola. Quel duello con il marito geloso

Il meccanico Luigi Tondi era convinto che il giovane letterato avesse una tresca con la moglie Maria

La Browning calibro 6 di Renato Serra, il bibliotecario con la pistola. Il giovane letterato girò diversi mesi con una pistola in tasca, anche in biblioteca. Non per capriccio pistolero, ma per difesa. Serra temeva - non a torto, come stiamo per vedere- l’ira funesta d’un marito furiosamente geloso: Luigi Tondi, meccanico, che sobillato da lettere anonime e malelingue si era convinto che il ’femminiere’ Serra avesse una tresca con Maria Maraldi, bella moglie del Tondi. Lasciamo parlare i documenti giudiziari: occhio alle date. 25 novembre 1911: Serra fa formale richiesta del porto d’armi in Commissariato. E subito acquista, senza ancora attendere il permesso, una pistola: una Browning, tra le più moderne d’allora. Non il massimo per un principiante, essendo più difficile da maneggiare rispetto ad un revolver. 10 gennaio 1911, ore 10, Corso Umberto (oggi Corso Sozzi). Serra si sta recando come al solito in biblioteca, di cui è direttore: ma qualcun lo sta aspettando al varco, come un cacciatore al passo dei colombacci. E’ Tondi che attacca Serra con un bastonata in testa in parte schivata da Renato, che è un ragazzone. Poi Tondi indietreggia dietro la sporgenza d’un negozio. Stavolta impugna la sua rivoltella, altrettanto fa Serra. Spavento generale, i passanti si rifugiano nelle botteghe. Tondi è il primo a sparare con la sua Bajard calibro 9, Serra risponde al fuoco in modo maldestro, impiega qualche secondo a sbloccare la sicura della sua Brownnig. Due colpi di Tondi vanno a segno: Serra è colpito a un braccio, l’altro colpo diretto al petto è attutito, fortunatamente per Serra, da un borsellino di cuoio colmo di monete. Poi Tondi corre via, va a aggredire la moglie e la sfregia con un coltello. Poco dopo è arrestato e portato in carcere. Serra viene soccorso. 5 aprile 1913. Va a sentenza presso la Corte d’Assise di Forlì il processo contro Tondi. L’abile difesa dell’avvocato Genunzio Bentini fa assolvere Tondi dall’accusa di duplice tentato omicidio per “vizio di mente”. Tondi è condannato a sette mesi di carcere, per porto abusivo d’armi, già scontati. E’ rimesso in liberta. Serra non si è costituito parte civile.

Ma ancora non è finita: Tondi è sempre inquieto. Che Serra continui a portare la sua Browning lo dimostra una sua lettera all’amico Luigi Ambrosini: vedendo un ombra balenare dietro la porta a vetri del suo studio in biblioteca, Serra pone mano alla pistola: ma era solo un amico inatteso, passato a salutarlo. Passano i mesi, Serra parte volontario per la Grande Guerra: muore in trincea il 20 luglio 1915. La Browning che Serra s’era portato in guerra tornerà ai suoi familiari insieme ai suoi effetti personali. Rachele Serra, la madre, donerò la pistola ad Aldo Spallicci che la conserverà come cimelio storico per anni: fino a quando gli verrà sequestrata, anzi intascata da un commissario di polizia (Spallicci era antifascista). Una veritiera ricostruzione della storiaccia qui riassunta che coinvolse Serra sta nel buon libro di Dino Pieri: “Appuntamento a mezzanotte. Renato Serra e uno scandalo di provincia”, che affronta la vicenda senza i goffi imbarazzi che non sempre ma spesso hanno “imbalsamato” la breve vita del nostro miglior letterato di ieri, al modo d un laico ‘santino’.