Cesena, 19 dicembre 2015 - Non voleva essere chiamata ‘sensitiva’ – preferiva il termine ‘sensibile’ – ma per decenni migliaia di cesenati e di romagnoli hanno fatto per ore la fila davanti a casa sua per interpellarla. Bruna Foschi, per tutti semplicemente ‘la Bruna’ di Ponte Pietra, è morta qualche giorno fa, il 15 dicembre scorso.
Nota per la sua capacità di intravvedere problemi e soluzioni per l’animo umano e non solo (pene di cuore, difficoltà di lavoro, problemi di salute, manifestazioni di natura non del tutto inquadrabili secondo la scienza medica) aveva un seguito sterminato, tant’è che c’erano persone che si presentavano alla sua porta da varie parti d’Italia.
ALL’APICE della sua popolarità, negli anni ’90, avere un appuntamento con lei era praticamente impossibile. Occorreva armarsi di pazienza, e magari di una sedia o di una sdraio, e attendere il proprio turno. La Bruna non concedeva appuntamenti ma era disponibile ad accogliere tutti, a parlare, ascoltare e individuare i problemi con grande soddisfazione di chi bussava alla sua porta.
Senonché riceveva di notte e dunque quella porta, gestita da una segretaria tuttofare, si apriva solo la sera e restava aperta fino all’alba e qualche volta oltre. C’era dunque chi attendeva per lunghe ore e magari, in attesa del proprio turno, schiacciava un pisolino. Ma era facile che, invece, fra alcuni dei «pazienti», scaturissero confidenze e discussioni cosicché era un fiorire di storie umane che avrebbero meritato un’indagine sociologica.
LE CAPACITÀ della Bruna – facoltà delle quali peraltro la sensibile non si vantava né faceva sfoggio – come spesso capita in casi del genere, la ponevano tra chi, più o meno a ragione, sa esercitare la facoltà più inseguita al mondo: quella di individuare il futuro o penetrare nei recessi dell’umano. La Bruna non si faceva pagare, casomai accettava offerte libere ma la fila alla sua porta era tale che a suo tempo la Guardia di Finanza si era interessata alla sua attività.
VEDOVA da esattamente sette mesi, aveva 73 anni, era la moglie di Chino Sirotti, scomparso il 17 maggio scorso, anche lui personaggio cesenate noto nell’ambiente del tifo bianconero, cameriere da Casali in gioventù, poi produttore pubblicitario ed editore di alcune pubblicazioni cittadine. La Bruna, che è stata sepolta nel cimitero urbano giovedì, lascia un figlio e due nipoti.