REDAZIONE CESENA

Secante, il raccordo verso Rimini è una trappola per i ciclisti

Secante, il raccordo verso Rimini è una trappola per i ciclisti

Secante, il raccordo verso Rimini è una trappola per i ciclisti

Non c’è solo il ‘lotto zero’ tra i problemi della Secante che si trascinano da tanti anni e che nessuno vuole affrontare e risolvere: anche il raccordo con la via Emilia lato Rimini è molto problematico e presenta situazioni di grave pericolo perché i ciclisti sono costretti a percorrere tutto lo svincolo, anche se molti preferiscono imboccare contromano il raccordo a senso unico per chi proviene da Cesena e va verso Rimini. Il Quartiere Rubicone ha cercato di affrontare la questione con l’Amministrazione comunale, ma finora ha trovato un muro di gomma, come ha spiegato il presidente Mario Picone ai numerosi cittadini intervenuti alla riunione del consiglio di quartiere di lunedì scorso.

"Subito dopo la riunione del 25 settembre – ha detto –, nella quale era stata nuovamente manifestata l’esigenza di risolvere l’annoso problema, abbiamo chiesto all’Amministrazione comunale un’assemblea pubblica su questo e altri problemi del quartiere, come la richiesta di installare un semaforo a chiamata per l’attraversamento pedonale a Case Missiroli".

Cosa le hanno risposto?

"Nulla, e non è la prima volta. Pensare che la soluzione sarebbe a portata di mano: a destra per chi procede da Cesena verso Rimini c’è un’area industriale di proprietà Technogym che ha realizzato una pista ciclabile. Per collegarla a quella già esistente manca un tratto di circa 50 metri, ma nessuno se ne cura".

E allora?

"Torneremo a bussare in Comune, ma questo modo di fare evidenzia la scarsa considerazione in cui vengono tenuti i quartieri: nel Rubicone in questa legislatura siamo riusciti a ottenere pochissimi interventi e marginali, come gli attraversamenti pedonali rialzati in via Primo Suzzi, e due interventi che derivavano da ‘Carta bianca’, la casina dell’acqua e la corsia pedonale in via Ruffio. Tutte le altre richieste sono rimaste lettera morta. E’ desolante".

Paolo Morelli