di Elide GiordaniC’è chi santifica in chiesa (sempre meno), chi sceglie location speciali dove risuona la storia, l’arte, la cultura o semplicemente una vaga aura di jet set (una buona fetta), chi punta all’evento esotico (gli originali a tutti i costi), chi se la sbriga in Comune (la maggior parte di quelli che scelgono il rito civile), e chi niente: un giorno si condivide l’indirizzo e il matrimonio è bell’è fatto. Matrimoni specchio dei tempi dove il relativismo impera. Ma è anche libertà e creatività. Per questo il Comune di Cesena ha rivolto uno specifico invito "ai gestori di strutture ricettive e pubblici esercizi di particolare pregio culturale e paesaggistico" perché avanzino la loro candidatura ad ospitare matrimoni. Non è da tutti infatti avere il bollino che contraddistinguerà il sito o l’immobile dove l’ente pubblico celebrerà le unioni civili al di fuori della casa comunale o dalla location già a disposizione. Rito civile a tutti gli effetti, dunque, ma non necessariamente celebrato nella Sala degli Specchi, alla Rocca Malatestiana, a Villa Silvia di Lizzano, nella Sala Lignea della Malatestiana (vietata l’Aula del Nuti), i luoghi fino ad oggi disponibili alle celebrazioni sotto l’egida del Comune. Chi tra i gestori o i proprietari di luoghi iconici pensa di avere le caratteristiche per ospitare un matrimonio o un’unione civile può candidarsi. Ma ci sono delle regole (che, ad esempio, escludono le abitazioni private): le location devono "essere presenti sul territorio del Comune di Cesena; essere pienamente accessibili; essere agibili in base alle disposizioni normative vigenti; rispettare tutte le norme in materia di sicurezza (igienico sanitaria, degli impianti, antincendio); essere fruibili tutto l’anno". Passato al setaccio delle disposizioni, l’immobile o il sito, avrà la funzione amministrativa della celebrazione con rito civile e verrà istituito quale ‘Ufficio distaccato di Stato Civile’, previa acquisizione alla disponibilità comunale attraverso il titolo giuridico del comodato d’uso gratuito. E comunque correrà l’obbligo di essere disponibili nei giorni di sabato, di domenica e festivi. Sarà interessante capire chi coglierà l’invito (che verrà pubblicato a giorni sul sito del Comune). Potrebbe essere l’occasione per conoscere location di cui ad oggi non sono note le potenzialità. Intanto non si può ignorare che matrimoni e unioni di vario tipo sono sempre meno. Cala la popolazione ma cala anche il desiderio di legittimare l’unione. L’anno passato nel nostro comune sono stati registrati 230 matrimoni, nel 2023 erano stati 270. Per restare al 2024, solo 64 sono stati celebrati con rito religioso. In netto calo rispetto al 2023 in cui ne erano stati celebrati 83. La fuga dalle chiese è più marcata che quella, in generale, dal matrimonio. Che sia la scarsa possibilità di scegliere la location di un giorno significativo? Per volere della diocesi, intenzione ribadita dall’ex vescovo Regattieri, ci si sposa nella parrocchia di uno dei due sposi oppure in quella dove andranno a vivere. C’è stata qualche deroga (chi ricorda un bel matrimonio al Monte?) ma sono rare.
CronacaScene da un matrimonio. Il Comune va a caccia di location da favola