PAOLO MORELLI
Cronaca

Sant’Agnese, buona stagione. Ma ci sono gravi incognite

Le pesanti sanzioni comminate dall’Ispettorato del Lavoro e le somme riconosciute a una cinquantina di dipendenti proiettano ombre sul futuro.

La piscina termale del complesso Santa Agnese di Bagno di Romagna

La piscina termale del complesso Santa Agnese di Bagno di Romagna

Il complesso termale e alberghiero Terme Santa Agnese di Bagno di Romagna chiuderà i battenti martedì prossimo, 7 gennaio, per la consueta sosta che va dall’Epifania a Pasqua. Negli ultimi giorni di apertura ci saranno numerose attività indirizzate soprattutto alle famiglie e ai bambini. Il periodo di chiusura servirà per le complesse opere di manutenzione richieste dagli impianti dei vari trattamenti termali che utilizzano i due tipi di acqua che si trovano nel sottosuolo di Bagno: quella bicarbonato alcalina solfurea che sgorga alla temperatura di 39°, e quella solfurea oligominerale della sorgente Chiardovo che fuoriesce a 20°.

La stagione 2024 è stata positiva, in linea con l’andamento dell’anno precedente, con una maggiore affluenza nei mesi invernali, e il bilancio dovrebbe chiudere in utile come già negli esercizi 2023 per 98.000 euro,e 2022 per 245.000.

A tenere banco continuano a essere le contestazioni dell’Ispettorato del Lavoro che, a seguito di un’approfondita ispezione sulla gestione del personale, ha emesso pesanti sanzioni a carico della società per azioni controllata col 68% delle quote dal Comune di Bagno di Romagna (le quote azionarie rimanenti sono parcellizzate fra numerosi soci privati): 227.000 euro in totale, dei quali 19.000 euro sono stati già pagati, mentre la quota più rilevante, che riguarda soprattutto la stagionalità dell’attività del complesso Santa Agnese, è stata contestata dall’azienda assistita dallo studio legale Ichino di Milano.

Ma c’è un altro problema: l’Ispettorato del Lavoro, oltre a sanzionare l’azienda per le presunte irregolarità della gestione del personale, ha ricostruito le posizioni retributive dei dipendenti del periodo 2018-2021 rilevando in una cinquantina di casi sostanziali discrepanze fra le somme versate ogni fine mese e quello che avrebbe dovuto essere l’importo da pagare al dipendente. Per alcuni si tratta di poche centinaia di euro, ma c’è chi si è visto assegnare un credito di decine di migliaia di euro per prestazioni straordinarie pagate come ordinarie o addirittura non pagate. In totale la somma che Terme Santa Agnese dovrebbe sborsare è di oltre 200.000 euro. Sono in corso incontri di conciliazione (dovrebbero concludersi a metà gennaio) che finora non avrebbero dato i risultati sperati dall’azienda. Non solo: fra i dipendenti c’è chi sta pensando di chiedere il controllo delle retribuzioni dal 2022 al 2024.

Queste spade di Damocle che incombono sui futuri bilanci di Terme Santa Agnese (che ha chiuso gli ultimi anni con un fatturato di 4,5 milioni di euro e ha 4 milioni di debiti) mettono a rischio lavori di manutenzione straordinaria e investimenti per immobili e impianti che non possono essere rimandati a lungo.