San Piero in Bagno (Cesena), 27 giugno 2024 – “La visibilità garantita dalla stella Michelin e dalla presenza in classifiche internazionali prestigiose - come la Oad - può essere usata per arrivare a tante persone e trasmettere valori profondi, di rispetto e valorizzazione del territorio".
Così lo chef Gianluca Gorini, patron del ristorante DaGorini di San Piero in Bagno (1 stella Michelin), ha commentato la menzione, appena confermata per il terzo anno consecutivo, nella guida ai migliori ristoranti d’Europa, stilata dal portale web Opinionated About Dining (Oad), che ogni anno raccoglie le migliori mete gastronomiche divise per continente.
La classifica, elaborata con un algoritmo che tiene conto dei voti di oltre 6mila persone, vede la creatura di Gianluca Gorini al 117esimo posto (su 150) nella sezione Top restaurants. Sebbene nessun italiano compaia nei primi 10 ristoranti – qui la parte del leone la fa, come sempre, la Spagna, con ben 4 insegne – in graduatoria ci sono tutti i ‘soliti noti’, da Massimo Bottura dell’Osteria Francescana (18°) a Davide Oldani del D’O, nel Milanese (56°).
"Essere menzionati assieme ai nomi di spicco della ristorazione italiana ed europea – prosegue Gorini - è sempre un motivo di grande soddisfazione per me e Sara ( Silvani, la compagna che gestisce assieme a lui l’attività, ndr ). Ciò che mi rende felice è sapere che le persone si muovono anche dall’altra parte del mondo per venire a San Piero in Bagno, piccolo borgo in cui non ferma neppure il treno. L’auspicio è che questo ristorante sia veicolo di indotto per i nostri fornitori locali, ad esempio grazie a chi, dopo aver pranzato da noi, si ferma nelle botteghe del borgo a comprare il formaggio. L’entroterra romagnolo è una destinazione magica, che merita di essere scoperta e raccontata".
La guida Oad spinge forte sul pedale della sostenibilità, un valore che accompagna la cucina dello chef fin dagli esordi. "La sostenibilità fa parte integrante del mio modo di vivere la quotidianità – conferma Gorini -. Oggi i ristoranti non devono solo offrire una buona cucina: devono occuparsi di territori, di di rispetto e valorizzazione delle relazioni umane. I cuochi godono di una visibilità mai avuta prima d’ora: approfittiamone per essere di esempio per le generazioni future e avviare quel cambiamento che in tanti invocano".