Dimenticate le ammucchiate selvagge, le boccacce spaventose e gli sguardi torvi, le urla feroci e i placcaggi spaccaossa. Anche qui si parla di Rugby, ma è un’altra storia. Le parole chiave sono sempre quelle: palla ovale da tenere stretta fino alla meta, gamba lesta e passaggio all’indietro ai compagni di squadra. Ma al Rugby Touch non serve buttarsi brutalmente sull’avversario, basta toccarlo. "E c’è anche una bella componente goliardica" anticipa Lucia Francini, che in campo gioca per i colori della squadra mista cesenate "Toccati di casa". Sì, una donna. Solida e motivata. Trentotto anni, madre di due bimbi in età scolare, giornalista, amministrativa in un ente pubblico, un passato da portiere in una squadra femminile di calcio, da due mesi si dedica ad uno sport che per certe caratteristiche lascia a bocca aperta.
Lucia, com’è possibile che donne e uomini giochino nella stessa squadra?
"Perché non è lo sport violento che siamo abituati a vedere nel Rugby classico. E’ una sfida senza scontro fisico. Per prevalere sull’avversario basta toccarlo nella zona del torace e ci si aggiudica un tocco. Al sesto tocco la palla passa alla squadra avversaria che cerca a sua volta di andare a meta. Ovviamente c’è anche l’opzione di intercettare la palla e correre verso il traguardo. Come si può immaginare è tutt’altro che facile evitare di essere toccati".
Chi controlla questo frenetico gioco di toccamenti?
"C’è un arbitro e ci sono dei guardalinea. Il campo, quello del Fruttipapalina, è vasto, la metà di quello del Rugby classico, e in squadra, nel campionato dell’Emilia-Romagna Trofeo del Ducato in cui giochiamo noi, siamo 6 contro 6. Le partite, una al mese per sei giornate nel corso delle quali si giocano fino a quattro partite, durano sette minuti più sette, tra primo e secondo tempo".
Pochissimo.
"In realtà sembrano due ore… Si è costantemente di corsa, infatti i cambi sono tantissimi". Com’è nata a Cesena questa formazione?
"E’ stata lanciata due anni fa quasi per scherzo da alcuni genitori in attesa dei figli, anche i miei, che si allenavano al Mini Rugby. Oggi la squadra cesenate del Rugby Touch, affiliata al Cesena Rugby, è riuscita a schierare in campo, nella prima tappa del campionato, ben due formazioni, la squadra originale e la seconda, creata per l’occasione, gli Scappati di casa. Sono più di 30 i tesserati, oltre a una decina di simpatizzanti che si stanno avvicinando al gioco. E il numero continua a salire. Da quest’anno la squadra può contare inoltre su almeno un terzo di quota rosa".
Ma qual è la componente goliardica?
"Per cominciare basta guardare i nomi delle squadre. Turtlein, Torelli Sudati, Scottadito, Clandestini, Barbones … E poi la tifoseria: ci si sbraccia durante la partita ma dopo si trovano tutti insieme a mangiare e brindare". Cosa l’ha catturata di questo sport?
"E’ molto divertente. Prima giocavo a calcio ma era stanca di infortuni. Mi piace che sia così inclusivo. Sono da sempre un’appassionata di rugby, ho seguito la nazionale in tante occasioni anche all’estero. E’ una passione che divido con mio marito che, oltretutto, è anche l’allenatore della squadra. E’ sul campo di calcio a 5 che ci siamo conosciuti".
Un obiettivo?
"Riuscire ad andare a meta almeno una volta nel corso di questo campionato. E non farmi male!".