LUCA RAVAGLIA
Cronaca

Rossi, il creativo che ’racconta’ la Livio Neri : "Ho imparato grazie all’Nba: un altro mondo"

Il suo spirito è raccontare lo sport col sorriso e la voglia di regalare emozioni: "Da ragazzo ero rapito dalle videocassette statunitensi"

"Il basket rappresenta un modo tutto particolare di vivere lo sport. Me ne sono accorto fin da subito, quando ero un ragazzo, guardavo le videocassette dell’Nba e ogni giorno non vedevo l’ora di infilarmi le ‘Jordan’ ai piedi per correre al campetto a giocare con gli amici".

Gli amici. E’ con loro che si apre la storia di Gianluca Rossi, un lavoro nel mondo della comunicazione e una passione nata al playground. Quello dell’ex Gil, che negli anni Novanta si andava tutti lì e dove lui, da adolescente, conobbe Livio Neri.

Livio ora non c’è più, ma il suo nome vive grazie alla squadra che si chiama come lui. E che hanno fondato i suoi amici. Quelli come Gianluca Rossi, che anche oggi continua a giocare un ruolo cruciale nel sodalizio.

"Sul ‘giocare’ andrei prudente – sorride – perché in effetti non ci sono mai… Non ho mai tempo e finisco sempre per cadere in qualche tormentone del resto del gruppo… Però sì, è davvero un piacere far parte di questa squadra".

Lei e Livio.

"Eravamo ragazzi, lui nato nel 1976, io nel 1975. Io giocavo a calcio col giusto della convinzione, perché per me il bello arrivava sotto canestro. La mia seconda casa era il campetto, ci passavo le estati. Con Livio e gli altri non potevi non fare amicizia. Tra loro c’era anche Carlo Venturi, che quando Livio è mancato, ha subito deciso di creare qualcosa in suo nome. Mi ci sono buttato a capofitto pure io". Il suo forte è la comunicazione.

"E’ il mio lavoro. La vivo con lo spirito che ho imparato dal basket. Quello statunitense in particolare. Negli anni Novanta non c’erano le app e i social network, se volevi vedere l’Nba dovevi sudartela. Io andavo in estasi con le videocassette. Mi hanno aperto un mondo: già allora a livello di comunicazione erano avanti anni luce rispetto a quello che si vedeva qui".

Cosa cambia?

"Tutto, a partire dal modo di presentare lo sport, che è prima di tutto intrattenimento, un mezzo per far star bene le persone, offrendo momenti di serenità nel corso delle loro giornate. Regalando emozioni senza perdere il sorriso. E’ la chiave di volta. NegliStati Uniti funziona così, sempre, coi giocatori, gli staff, i media. E’ uno spettacolo senza pari".

E’ quello che caratterizza anche il suo modo di trattare l’argomento.

"Ho cominciato col logo. Non ho avuto esitazioni: le parole ‘Livio Neri’ scritte dentro una palla da basket. Perché Livio era il basket. Poi sono arrivate le campagne promozionali".

Ce n’è una che non si dimentica: tutto lo staff tecnico del club in posa, con sopra la scritta ‘Bravi, simpatici e competenti. Non potevamo essere anche belli’. Con un’eccezione.

Ride, di gusto. "A fianco della mia foto c’è una postilla, con scritto, in piccolo, ‘tranne lui, lui è bellissimo’. E’ il risultato di una gag tra me e Carlo Venturi. Lui è quello brutto ma molto bravo, io invece sono quello bello che però non c’è mai… E’ vero, ha fatto sorridere. E’ piaciuta. E credo abbia fatto centro nel rappresentare il nostro spirito".

Ne sono arrivate tante altre. "Una volta abbiamo ricreato l’iconica foto nella quale Lebron James schiaccia dopo aver ricevuto un assist da Dwyane Wade che è in primo piano a braccia larghe. Poi abbiamo pescato nel mondo delle favole parlando di pallacanestro femminile e ancora per presentare il ‘Livio Neri’s Playground, fiore all’occhiello delle nostre iniziative, ci siamo rivolti ad amici e parenti del nostro gruppo, presentandoli in versione inedita. E divertente. Abbiamo sempre voluto tenere livelli alti, coinvolgendo professionisti come il fotografo Michele Lugaresi o il fumettista Dennis Medri. Il punto è che ogni volta che faccio qualcosa nel nome di Livio, voglio sempre che sia fatta al meglio. Per lui".

Non solo basket, però. Per lei c’è anche il calcio, quello in banco e nero.

"Ho iniziato a collaborare col Cesena nel 2013, inizialmente da esterno. Ora faccio parte del club a tempo pieno, occupandomi in particolare di social network e contenuti. Ribadisco il concetto: credo che lo sport debba essere intrattenimento a 360 gradi. In campo, ovviamente, per fare in modo che chi assiste alla partita si goda uno spettacolo piacevole (in quest’ottica, vincere aiuta tanto… ), ma anche fuori. Ed eccoci a noi: mi piace trasmette emozioni, raccontare storie, regalare sorrisi raccontando tutto ciò che succede intorno alla squadra. Anche col Cesena è lo spirito che caratterizza le nostre campagne".

Sempre molto apprezzate.

"Regalare qualche momento di spensieratezza a chi condivide questa passione è un privilegio".