MARIA NERI
Cronaca

Rincari frutta, a Cesena perso l'80% della produzione

Coltivazioni falcidiate dal maltempo e dalle gelate, aziende in crisi e impennata dei prezzi sul mercato per i consumatori

La raccolta della frutta in un’azienda agricola (foto di repertorio)

Cesena, 19 giugno 2020 - Falcidiata la produzione di albicocche, susine e pesche dalle gelate di fine marzo e messa a dura prova l’intera filiera della frutta, la Camera di Commercio della Romagna e le organizzazione degli agricoltori tornano a chiedere aiuti per il settore agricolo, comparto di punta dell’economia cesenate. È la Commissione Prezzi della Camera ad avere quantificato le perdite del raccolto della frutta estiva in una percentuale che si attesta tra il 70 e l’80% con picchi del 90% e una conseguente diminuzione del 70% del personale impiegato nelle aziende agricole e nelle strutture cooperative e private che si occupano del ritiro, della lavorazione, della conservazione e della commercializzazione della frutta: alcuni stabilimenti infatti risultano chiusi o sotto utilizzati.

A questo si aggiunge l’impennata dei prezzi per i consumatori, dovuta alla scarsità di prodotto e non all’emergenza coronavirus, seppure registrata fin dalle prime settimane di lockdown.  

«In questo quadro - afferma Mario Turroni, presidente della Commissioni prezzi - è scaturita la richiesta di uno slittamento, o meglio, la sospensione dei contributi e dei mutui per le aziende agricole e la loro filiera per tutto il 2020". Un appello alle istituzioni che Coldiretti, Cia-Romagna e Confagricoltura avevano sottoscritto nei mesi scorsi con l’obiettivo di non vedere minato ulteriormente il mondo agricolo, già flagellato, tra l’altro, dalla cimice asiatica. "Chiediamo anche - precisa Andrea Ferrini, vicepresidente di Coldiretti Forlì-Cesena - che vengano sbloccati i fondi della Pac, i finanziamenti europei per l’agricoltura, perché le aziende hanno bisogno di liquidità adesso, e che vengano dati gli indennizzi per i danni subiti, oltre che si trovino ulteriori risorse da destinare al settore". Rilancia la necessità di un intervento in deroga sulla legge per le calamità Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna.  

«Gli indennizzi - sottolinea Misirocchi - servono perché le aziende agricole possano rimanere in piedi tenuto conto che hanno un’incidenza importantissima sull’indotto, con un rapporto, in termini di occupazione, di uno a tre. Proprio per questo pochi giorni fa - prosegue - con tutte le rappresentanze agricole della Romagna e della cooperazione abbiamo inviato una lettera ai parlamentari locali per ribadire le richieste per il mondo agricolo e tenere alta l’attenzione su una crisi che rischia di travolgere molte imprese".  

A ribadire l’esigenza di aiuti immediati e straordinari è intervenuto Giancarlo Minguzzi, presidente di Fruitimprese Emilia Romagna che riunisce le grandi imprese private commerciali dell’ortofrutta della regione per un fatturato di 900 milioni di euro all’anno e il 60% di export. "I nostri agricoltori - avverte Minguzzi - già sofferenti negli ultimi anni anche a causa della concorrenza sleale di altri Paesi europei, non possono economicamente sopportare le conseguenze del gravissimo danno per le gelate di fine marzo. Nonostante i nostri agricoltori tirino la cinghia e le strutture ortofrutticole si stiano attivando altrove alla ricerca di prodotti da confezionare e vendere, non potranno fare fronte alle rate dei mutui accesi per investire su nuove tecnologie e stare al passo con un mercato sempre più esigente. E - conclude - i prodotti autunno-invernali, quali mele pere e kiwi, che hanno subito meno danni, non compenseranno la grave mancanza dei prodotti estivi". © RIPRODUZIONE RISERVATA