Processionaria del pino, gli insetti stanno tartassando gli alberi

L’inverno mite e il buon clima attuale favoriscono il fenomeno che può essere combattuto a livello meccanico e chimico

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Diversi luoghi sono invasi dalla ‘processionaria del pino’. Da una parte un inverno mite, senza le temperature quasi mai sotto zero e il largo anticipo dell’arrivo della primavera non solo non ha fatto morire gli insetti, ma ha contribuito ad un loro proliferare e a una già massiccia presenza.

Il nome specifico è Traumatocampa (Thaumetopoea) pityocampa, un lepidottero e i bruchi sono le sue larve. La farfalla, che è l’adulto, compare in luglio-agosto e depone le sue uova attorno agli aghi di diverse specie di pini.

Dopo la metà di agosto nascono le larve che si nutrono a spese delle piante colpite e poi costruiscono il classico nido nel quale si rifugiano per superare l’inverno. In primavera riprendono a mangiare e, quando sono diventate mature, pronte cioè a imbozzolarsi per compiere la metamorfosi, escono dal nido e scendono a terra formando la classica processione da cui deriva il nome. Poi si interrano a 5-15 centimetri di profondità e si imbozzolano.

L’anticipato arrivo della primavera sta riempendo di bruchi diverse zone. La lotta contro questo insetto può essere attuata su due fronti, uno meccanico, e l’altro con un intervento microbiologico e chimico. Il primo prevede di asportare e bruciare i nidi durante l’inverno.

Nel secondo caso si può intervenire tra settembre e ottobre contro le larve prima che costruiscano il nido invernale. Un intervento preventivo ha il vantaggio di combattere le larve della processionaria prima che inizino a danneggiare le piante evitando il ricorso a una lotta primaverile più difficile.