La notizia dell’aumento del numero di telecamere deputate a presidiare coi loro occhi elettronici i varchi delle zone a traffico limitato nel centro storico di Cesena e che entreranno in funzione entro la fine dell’anno, ha riacceso la discussione su un tema estremamente sentito e che continua a dividere la comunità. Se da una parte c’è infatti chi rivendica il piacere di vivere in aree molto poco frequentate dalle vetture, dall’altra c’è chi replica citando l’importanza di poter accedere a negozi, pubblici esercizi, ma anche centri medici e farmacie, senza dover temere sanzioni.
In particolare nella zona di corso Ubaldo Comandini i riflettori si sono accesi sulla nuova telecamera collocata all’ingresso di Porta Santi. Le disposizioni che riguardano gli accessi, sono in vigore già da mesi, quello che farà la differenza ora sarà l’ineluttabile sguardo elettronico. "E’ vero che il divieto c’era già – è l’argomentazione principiale di chi contesta la scelta dell’amministrazione comunale – ma è anche vero che fino a ora era possibile contare su un minimo di flessibilità: per esempio certi pazienti, spesso anziani, raggiungono il vicino centro medico a partire dalle 8, perché più tardi magari hanno difficoltà nel trovare passaggi, ma nei giorni feriali il sistema di rilevamento delle targhe è in funzione dalle 22 alle 8.30".
Senza contare che il sabato e la domenica la copertura dura 24 ore: "Nessuno pensa alla sicurezza? E’ davvero triste che per esempio si debba accompagnare una ragazza a casa dovendo lasciarla a centinaia di metri di distanza dal portone d’ingresso, sola e di notte".
Sul tema interviene anche Confcommercio: "Inizio con una battuta – osserva il presidente Corrado Augusto Patrignani –: in un momento nel quale nel centro storico bisognerebbe spegnere un po’ di telecamere per favorire l’accesso a una parte della città che sta oggettivamente soffrendo tanto, si va nella direzione opposta, accendendone di nuove. Nessuno di noi è contrario alla pedonalizzazione, ma prima di chiudere gli accessi al centro, serve risollevarlo. Serve collocare le strutture in grado di far sì che il cuore della città resti facilmente raggiungibile. Le telecamere devono essere l’ultimo punto, non il primo".
Patrignani parla anche di sicurezza: "Nella nostra città la priorità non deve essere quelle di cercare la targa di una brava persona che semplicemente sta cercando di raggiungere un negozio o un bar. Le telecamere dovrebbero piuttosto servire prima di tutto per garantire sicurezza, individuando e monitorando gli spostamenti di chi ha tutt’altre intenzioni". Intanto è in corso un confronto tra amministrazione comunale e associazioni di categoria volto a ridefinire i passi per la rigenerazione urbana: "E’ un’occasione importante – chiude Patrignani – : auspicano che le nostre indicazioni vengano prese in seria considerazione".