
Pietro Neri, papà e coach: "Provo a imitare Livio"
Il vocione arriva fino in tribuna. Forte, ma bonario. E allegro, perché se non ti diverti, cosa ci vai a fare all’allenamento?
Vale per i ragazzetti che rincorrono il pallone, ma anche per Pietro Neri, allenatore della Livio Neri, che parla di basket col sorriso di chi si gode non uno sport, ma una passione.
Neri, e pensare che il suo mondo era il tennis.
"E prima ancora il calcio... Piacevo pure a Gigi Radice...".
Cos’è successo?
"La passione me la ha trasmessa Livio, il primo dei miei tre figli. Si era inizialmente avvicinato all’attrezzistica, poi un giorno, uscendo dalla palestra, vide il canestro. Ne rimase conquistato. E con lui i suoi fratelli Andrea e Fulvio. Circondato, mi tuffai a capofitto pure io".
Ora allena.
"In due società, perché ho mantenuto anche la guida di alcuni gruppi della Grifo Imola, alla quale sono legato da anni".
Qual è lo spirito?
"Quello che aveva Livio e che è stato apprezzato da tantissimi ragazzi: ci sono regole e bisogna rispettarle. Non si va in campo per diventare campioni, ma per crescere. Il talento è da coltivare insieme alla passione. Credo che stiamo facendo davvero un ottimo lavoro".
Si concentra sul minibasket.
"Quello che so e che voglio fare è guidare bambini e bambine nei loro primi passi sotto canestro. Se sbagli ti correggo, non per sgridarti, per insegnarti. E’ fondamentale che questo approccio venga recepito".
Funziona?
"Sì. Me lo dicono le famiglie, che dalla tribuna se la godono alla grande".
Un padre non dovrebbe mai avere l’occasione di far parte di una squadra dedicata alla memoria del figlio.
"Alleno Imola e Cesena con lo stesso spirito. Divertendomi allo stesso modo. Con un paio di differenze. La prima è che a Cesena sono un osservato speciale... da parte dei miei due ragazzi, Andrea e Fulvio, che con la scusa di darmi consigli non mi risparmiano niente... Sono davvero eccezionali".
La seconda?
"Prima di entrare in campo, c’è l’urlo della squadra. Qui a Cesena è una parola sola: ’Livio!’ Ogni volta che lo sento, dentro di me si muove qualcosa".