GIACOMO MASCELLANI
Cronaca

Via libera alla pesca del granchio blu: "Minaccia le cozze, ma è gustoso"

Il crostaceo originario dell’Atlantico si sta diffondendo nell’Adriatico. Le strategie per difendersi

Un granchio blu in vendita in una pescheria. Il crostaceo non è tipico delle nostre acque ma si sta già diffondendo sulle tavole. La pesca e il consumo sono modi per arginare la sua presenza dannosa

Un granchio blu in vendita in una pescheria. Il crostaceo non è tipico delle nostre acque ma si sta già diffondendo sulle tavole. La pesca e il consumo sono modi per arginare la sua presenza dannosa

Cesenatico, 8 agosto 2023 – Nei giorni in cui la Regione Emilia-Romagna dà il via libera alla pesca del Granchio blu, una specie alloctona dannosa che si ciba di vongole e novellame, dopo aver sollecitato il Ministero dell’agricoltura della pesca e al prelievo del crostaceo per difendere la Sacca di Goro e negli allevamenti di acquacoltura di Comacchio, le marinerie si confrontano su questa specie che sta invadendo l’Adriatico. Il Granchio blu può essere pescato e per alcuni giovani imprenditori ci sono potenziali opportunità per i pescatori e gli acquacoltori. Attraverso l’utilizzo di reti da posta, nasse e cestelli, il granchione si può catturare. "Questa autorizzazione rappresenta un provvedimento importante _ ha detto l’assessore regionale all Pesca, Alessio Mammi _, per contenere i danni del crostaceo. Ora servono altri interventi per cercare di capire come arginare il fenomeno in modo strutturale, per definire il quadro di autodifesa ed un sistema che preveda l’autodifesa dalle specie dannose e ne consenta l’autoconsumo e lo sfruttamento commerciale".

Il granchio reale blu, Callinectes sapidus, è un crostaceo della famiglia dei Portunidi, considerato un predatore senza alcun antagonista naturale nel nostro mare. Originario dell’Oceano Atlantico del Nord, ha causato danni a più della metà dei produttori di vongole, cozze e ostriche in Italia, essendo ghiotto di molluschi e piccoli pesci. Nel mare Adriatico è arrivato negli anni ’80 attraverso le acque di zavorra delle navi provenienti dall’Atlantico, ma è soltanto negli ultimissimi anni che ha trovato temperature e habitat ideali. Nella provincia di Forlì-Cesena il porto di riferimento è quello dei pescatori di Cesenatico, uno dei più importanti dell’Alto e Medio Adriatico, dove 80 pescherecci conferiscono il prodotto al Mercato Ittico.

Mario Drudi, segretario della Cooperativa Casa del Pescatore di Cesenatico, descrive una situazione sotto controllo: "Il problema grosso è a Goro, Comacchio e Porto Garibaldi, dove ci sono vivai ad una distanza minima dalla costa, mentre a Cesenatico, così come a Cervia e Ravenna, la questione ancora non è evidente. Il rischio è in proiezione futura, perchè c’è preoccupazione, in quanto se la specie cresce e si diffonde, rischiamo di avere danneggiate alcune nostre varietà di molluschi, in particolare le vongole e le cozze, in quanto nel nostro porto ci sono pescherecci dedicati alla pesca delle vongole e abbiamo cinque allevamenti di mitili, che danno lavoro a oltre cento pescatori e garantiscono la sussistenza ad altrettante famiglie". Quello che può salvare è la distanze degli allevamenti di cozze: "I nostri allevamenti _ prosegue Drudi _, sono situati a 3 miglia, 5 e 10 miglia dalla costa, cioè tra 6 chilometri e poco meno di 20 chilometri dalla costa, quindi la situazione potrebbe essere a nostro vantaggio, visto che il Granchio blu potrebbe avere maggiori difficoltà a colonizzare aree più distanti dalla costa. Non abbiamo certezze, ma l’auspicio è di poter affrontare il problema. Il Granchio blu è già commercializzato, è buono da mangiare, quindi ben vengano le iniziative per catturarlo".