ERMANNO PASOLINI
Cronaca

Perseguitato da una donna. Codice rosso per un 57enne

Disposta la libertà vigilata e l’obbligo per la 36enne di sottoporsi a un percorso terapeutico

Le indagini sono state codotte dai Carabinieri di Borello e hanno permesso di confermare tutto quello che era stato denunciato dalla vittima

Le indagini sono state codotte dai Carabinieri di Borello e hanno permesso di confermare tutto quello che era stato denunciato dalla vittima

Una donna è stata denunciata per atti persecutori nei confronti di un uomo di 57 anni. Nei giorni scorsi, i Carabinieri della stazione di Borello hanno denunciato una donna di 36 anni, ritenuta presunta responsabile dei reati di atti persecutori, procurato allarme presso l’autorità e interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di servizio di pubblica necessità.

Tutta la storia è iniziata diversi mesi fa, quando un uomo di 57 anni, residente nel territorio, è diventato il bersaglio di una pressante attività persecutoria di tipo telefonico. La donna, mossa da motivazioni futili (non pare che tra i due ci siano state relazioni in passato), ha posto in atto nei suoi confronti una pressante sequela di chiamate telefoniche.

A un certo punto, arrivato alla esasperazione, l’uomo si è rifiutato di rispondere alle reiterate chiamate e la 36enne ha iniziato a segnalare addirittura false situazioni di pericolo ai numeri di emergenza nazionali, richiedendo più volte l’intervento dei militari dell’Arma, dei Vigili del Fuoco, del personale sanitario. In un caso ha persino inviato un’impresa di pompe funebri a casa dell’uomo preso di mira.

Tali azioni scriteriate hanno comportato un notevole dispendio di risorse e un distoglimento degli equipaggi di pronto intervento dai loro compiti istituzionali, a discapito di quelli indirizzati a eventuali cittadini che avrebbero potuto necessitare di un intervento urgente.

A questo punto sono scattate le indagini, condotte dai Carabinieri di Borello, che hanno permesso di confermare tutte quello che era stato denunciato dall’uomo, la vittima.

Pertanto, immediatamente messo al corrente dei fatti, il Pubblico Ministero ha disposto l’attivazione del "codice rosso" e, a salvaguardia dell’incolumità della vittima, ha richiesto al Gip presso il Tribunale di Forlì, l’emissione di un’idonea misura di sicurezza nei confronti della donna, stante la gravità dei fatti contestati. Il Codice Rosso ha come proposito quello di rafforzare, attraverso modifiche ed inasprimenti dei delitti e delle sanzioni previsti nel diritto penale sostanziale e processuale penale, la tutela di chiunque sia offeso da violenze, atti persecutori e maltrattamenti: siano essi donne o uomini.

A questo punto Il Gip, vagliata la richiesta, ha disposto a carico della donna la libertà vigilata, congiuntamente all’obbligo di sottoporsi a un percorso terapeutico presso il Servizio psichiatrico dell’Ausl di competenza.