Perché in questi giorni a chi fa la terza dose o booster (richiamo) nei punti vaccinali dell’Asl Romagna viene iniettato quasi esclusivamente il siero Moderna? Ogni domanda è legittima quando si tratta della propria salute e anche questo quesito, che gira con qualche accenno di inquietudine (pur senza supporto scientifico molti preferirebbero Pfizer), contribuisce a chiarire caratteristiche e dinamiche dei vaccini, tanto più che cresce ovunque lo scetticismo verso la terza dose che si teme propedeutica alla quarta e forse alla quinta, in una successione che non si sa dove potrebbe finire.
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Non è un atteggiamento esclusivamente cesenate o romagnolo, poiché in molte regioni si sta profilando un preciso atteggiamento no booster, e ciò mentre la scienza la considera imprescindibile per arginare la quarta ondata della pandemia. Al quesito iniziale risponde la dottoressa Raffaella Angelini, responsabile della Sanità Pubblica dell’Asl Romagna.
"La scelta di Moderna, in questa fase in cui le principali inoculazioni riguardano la terza dose - spiega la dottoressa Angelini -, è motivata prima tutto dalla disponibilità e poi dalle caratteristiche di questo siero, peraltro abbastanza simile al Pfizer poiché sono entrambi mRna messaggeri. C’è da aggiungere che Moderna stimola una forte risposta immunitaria e ciò va di pari passo con qualche effetto collaterale più marcato ma si tratta di effetti lievi del tutto marginali e poco rilevabili. E comunque sono gli stessi di Pfizer. Nessuno dei due, peraltro, ha rivelato effetti gravi".
"La ragione per cui c’è maggiore disponibilità di Moderna - aggiunge la dottoressa Angelini - dipende dal fatto che per il richiamo viene inoculata mezza dose e dunque un flacone, che va utilizzato in tempi brevi una volta aperto, contiene 22 dosi. Ecco perché da un punto di vista logistico è più difficile che venga iniettato dai medici di medicina generale che dovrebbero avere disponibili contestualmente 22 pazienti una volta aperto il flacone. Pfizer, dunque, dose piena come per le prime due vaccinazioni, viene prevalentemente utilizzato dai medici di base e dagli operatori sanitari che vaccinano a domicilio le persone che non possono accedere agli hub o dal medico". "Ma c’è un altro motivo che obbliga alla scelta di Moderna, o di Pfizer - chiarisce la responsabile della Sanità Pubblica dell’Asl Romagna -, ed è che l’Istituto Superiore di Sanità consiglia di somministrare un vaccino mRna messaggero se la prima o le due vaccinazioni precedenti sono state fatte con un siero a vettore virale come AstraZeneca. La terza dose non si potrebbe fare con quest’ultimo. I booster si possono effettuare solo con vaccini mRna messaggero, sia che se le prime due dosi siano state Pfizer, Moderna o AstraZeneca". "I due vaccini - precisa ulteriormente la dottoressa Angelini - non presentano diversità di efficacia o di sicurezza. Se in futuro ci sarà solo Pfizer faremo solo quello".