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Pd, esultanza e speranza: "Cesena, ruolo strategico"

Il segretario Plumari punta sul filo diretto con il presidente de Pascale. Giangrandi (Cesena siamo noi): "Perché non parlano dell’astensionismo?". .

Pd, esultanza e speranza: "Cesena, ruolo strategico"

L’attesa dei risultati nella sede del Pd cesenate domenica sera

All’indomani del risultato elettorale, il centrosinistra abbonda ancora in dichiarazioni, mentre il centrodestra resta parco di parole e analisi. "Un successo che guarda al futuro" esulta il segretario comunale Pd Lorenzo Plumari. "La netta vittoria di Michele de Pascale rappresenta un risultato straordinario che premia la competenza e la serietà del nostro Presidente e che certifica, ancora una volta, il buon governo della nostra Regione – afferma Plumari –. De Pascale guiderà l’Emilia-Romagna puntando su una sanità più vicina ai cittadini, con servizi efficienti e accessibili, sullo sviluppo di infrastrutture moderne e su una sostenibilità intesa come motore di crescita e benessere per tutti". "Cesena – prosegue Plumari – sarà al centro di questo nuovo progetto politico: come de Pascale ha detto più volte, la nostra città avrà infatti un ruolo strategico nello sviluppo regionale, con interventi mirati per sostenere le sue eccellenze economiche, sociali e culturali".

Michele Pascarella, commissario cesenate di Forza Italia rivendica il ruolo di secondo partito del centrodestra (scavalcando la Lega) l’aumento del consenso elettorale. Pascarella evidenzia il risultato di Roberto Buda e parla di un test positivo :– nonostante la sconfitta del centrodestra – per le proposte di Forza Italia, dal rafforzamento degli organici delle forze di polizia, all’impegno per la soluzione delle emergenze abitative.

Marco Giangrandi, capogruppo della lista civica Cesena Siamo Noi, afferma che "a fronte di un vincitore algebricamente incontestabile, a perdere nelle ultime elezioni regionali è stata… la politica. Il dato clamoroso sull’astensione certifica il pessimo lavoro che sta facendo, in questi anni, la politica che ha, di fatto, azzerato la partecipazione dei cittadini".

Il problema riguarda tutti ma, secondo Giangrandi, alla fine, interessa a pochi: "Nei rituali commenti del post-voto non ho sentito un solo politico del Pd parlare di astensionismo. Del resto, se la gente non va a votare tanto meglio per questa classe dirigente che non cerca il consenso popolare, ma va a caccia unicamente di un mandato formale che le consenta, tra il disinteresse della gente, di fare tutto ciò che deve fare".

"Da questa tornata elettorale - prosegue il civico - escono sonoramente battuti anche tutti quei partiti che avevano fatto del populismo il loro cavallo di battagli" aggiunge Giangrandi.

re.ce.