Non ci scommettono le aziende edili cesenati sull’effetto virtuoso della "patente a punti". La ricetta contro gli incidenti nei cantieri (299.303 in Italia nel primo semestre 2024) va piuttosto nella direzione dell’intensificazione dei controlli e di una maggiore consapevolezza della pericolosità di tante situazioni. Ma nessun imprenditore edile si sogna di non essere in regola rispetto alla misura e alle relative sanzioni scattate proprio ieri. Anche se il periodo transitorio, in cui chiedere la "patente" via Pec all’Ispettorato del lavoro, durerà fino al 31 ottobre. E dal 1° novembre senza il documento nessuna delle 5.607 imprese edili della nostra provincia (3.144 nel solo Cesenate, che nell’ultimo anno ha visto una crescita dell’1,2 per cento) potrà lavorare. Si parte da 30 crediti, che aumentano in caso di comportamenti virtuosi, e calano in caso di inadempienze. In fondo c’è la revoca e la sospensione della possibilità di lavorare.
"Non credo che servirà a granché - dice Walter Sacchetti della Sacchetti Nello Srl, una storica azienda edile cesenate - . La piaga degli infortuni in edilizia non si risolve con la burocrazia. Chi lavora nei cantieri deve essere obbligato ad una maggiore preparazione. Ci vogliono occasioni di formazione ed una sensibilizzazione ai pericoli. Molti incidenti che si verificano nel nostro settore sono dovuti alla leggerezza". Del tutto sfiduciato
sui risultati che la patente dovrebbe portare con sé si dichiara Adrian Dajci titolare dell’azienda Alba Edil, attiva da 25 anni in città e nota per la ristrutturazione del cinema Eliseo e del chiosco Acquadolce : "Non conterà niente. Chi vorrà trasgredire troverà il modo di farlo. Si mettono in regola per pochi e poi vanno in cantiere in tanti. Anche la patente a punti è fumo per gli occhi. E chi lavora in regola deve combattere contro la burocrazia più degli altri". "Ciò che serve - afferma Maurizio Campanini, contitolare della CBC, azienda nota per aver tenuto le fila di almeno il 20 per cento delle ristrutturazioni in centro storico - è la cura estrema delle misure nei cantieri non tanto la burocrazia di una patente. In caso di incidente c’è la rovina sia per chi si fa male che per l’imprenditore. Tuttavia non è facile imporre le regole ai muratori alcuni dei quali, abituati alla ripetitività dei gesti, abbassano la guardia".
Ma non tutte le aziende edili sono obbligate a dotarsi della patente a punti, è il caso della SOM, la Società tra operai e muratori, grande impresa locale nata nel 1906.
"Noi ne siamo esentati in quanto possessori di Soa, la certificazione che permette di accedere ai lavori pubblici - evidenza il presidente e amministratore delegato Luigi Martini -. Tale certificazione attesta che all’interno della nostra impresa è presente un sistema di controllo qualità che già garantisce in merito ai requisiti imposti dalla partente a punti. Le aziende strutturate come la nostra presentano già livelli di sicurezza certificati".
Ma ciò non implica che la responsabilità non vada estesa alle diverse aziende che la Som chiama nei propri cantieri. "Ci consideriamo responsabili anche per le ditte subappaltatrici, spesso artigiani o piccole imprese - chiarisce Martini - anche se la legge non ce lo chiede. Risulta peraltro che non tutte siano già in regola".