L’annuncio della pubblicazione da parte della Regione Emilia-Romagna del bando per l’assegnazione di contributi ai privati per l’acquisto di dispositivi di protezione dalle alluvioni aveva suscitato un certo ottimismo nelle centinaia di persone che hanno avuto la casa o il negozio alluvionati. Molti hanno già manifestato l’intenzione (qualcuno l’ha già fatto) di installare paratie (come quella nella foto, a protezione di un ristorante sul porto-canale di Cesenatico dove sono in uso da decine di anni) e altri dispositivi, in particolare valvole di non ritorno per gli scarichi fognari, di protezione degli immobili.
L’analisi del provvedimento, però, ha smorzato gli entusiasmi: ci sono talmente tanti vincoli e requisiti da rispettare che alla fine non saranno molti a ottenere il contributo che, va sottolineato, è al massimo di tremila euro. Da evidenziare anche che i quasi dieci milioni a disposizione (per l’esattezza 9.865.679,28 euro) non provengono dal bilancio della Regione, ma dalle donazioni fatte da cittadini e imprese con versamenti sul conto corrente dedicato all’iniziativa ‘Un aiuto per l’Emilia-Romagna’.
L’elenco dei dispositivi ammessi al contributo (cento per cento della spesa, con limite di tremila euro per ogni soggetto) è vario e completo: barriere frangi-acque, paratie antiallagamento (e/o sistemi per l’autoprotezione da collocare in adiacenza a porte e/o finestre delle abitazioni destinati a prevenire l’ingresso di acqua, fango e liquami nelle abitazioni), valvole antiriflusso, sistemi antiallagamento con pozzetti di raccolta e pompe, generatori elettrici, sacchi di sabbia, sacchi auto-espandenti, sanitari con scarico forzato e sistemi similari. Insimma, sono ammessi al rimborso tutti i sistemi e dispositivi di protezione finalizzati a prevenire o mitigare gli effetti di eventi alluvionali.
I problemi arrivano quando si prendono in esame i requisiti che devono avere i beneficiari: per gli immobili a uso abitativo sono ammessi solo i proprietari che vi risiedano come abitazione principale almeno dal 1° maggio 2023 e vi risiedano fino alla liquidazione del contributo. Per i condomini la questione è più complicata: per gli interventi nelle parti comuni la domanda deve essere presentata dall’amministratore, per gli interventi sulle parti di proprietà esclusiva dal titolare che abbia i requisiti già illustrati. Non può richiedere il contributo chi abbia riportato nei cinque anni precedenti condanne penali definitive.
Per l’ammissione al contributo gli interventi dovranno rispettare tutte le normative vigenti in materia di omologazione, certificazione, sicurezza e rispetto dei requisiti sanitari ed edilizi.
Possono essere presentate le spese sostenute dal 1° maggio 2023 e corredate dalla documentazione di spesa intestata al soggetto beneficiario e dalle contabili dei bonifici effettuati. Paiono quindi esclusi altri metodi di pagamento tracciabile (carte di credito, assegni...).
Il termine entro il quale presentare le domande è il 31 gennaio 2025.