Pantani, caso riaperto: sentito Vallanzasca

La procura di Trento approfondisce l’ipotesi di una manovra della camorra dietro l’esclusione del Pirata dal Giro d’Italia del 1999

Pantani, caso riaperto: sentito Vallanzasca

Pantani, caso riaperto: sentito Vallanzasca

Non è ancora finita la storia di Marco Pantani. La Procura di Trento ha infatti riaperto le indagini sul caso legato alla clamorosa esclusione del campione avvenuta a Madonna di Campiglio il 5 giugno 1999 al Giro d’Italia. Secondo quanto comunicato dall’Ansa, la decisione è stata presa dalla Dda, la Direzione distrettuale antimafia, sulla base di quanto emerso anche da alcune audizioni in Commissione Antimafia, riguardo un giro di scommesse clandestine legate alla camorra che puntava ad evitare la vittoria del campione di Cesenatico nella classifica finale. Il primo a parlare della vicenda fu il noto Renato Vallanzasca, che recentemente è stato nuovamente sentito nel carcere di Bollate dal pubblico ministero Patrizia Foiera della Procura trentina. Qualcosa nel sistema giustizia deve essere comunque andato a singhiozzo, perchè nello stesso giorno del 5 giugno 1999, quando le analisi dell’antidoping fecero emergere un dubbio caso di ematocrito di Pantani con un valore di 52 (il limite è 50), cioè una eccessiva concentrazione delle cellule del sangue, da Trento l’amico e scopritore del campione, Vittorio Savini, disse che avevano fermato Marco per il giro delle scommesse clandestine, perchè l’organizzazione malavitosa che lo gestiva, in caso di vittoria di Pantani, avrebbe dovuto pagare parecchi milioni di vecchie lire agli scommettitori. Dopo quell’esclusione clamorosa da una edizione del Giro d’Italia verso la conclusione e che il Pirata aveva praticamente già vinto, Marco Pantani il giorno stesso andò a farsi fare le analisi del sangue in un laboratorio riconosciuto dalla Federazione, dove risultò che i suoi valori erano tutti nella norma. Davanti a queste dichiarazioni e a questa situazione, erano dunque quelli i giorni in cui dovevano partire le indagini, invece ci vollero degli anni, sino a quando dei camorristi dichiararono che in quel Giro d’Italia Pantani non sarebbe mai arrivato a tagliare il traguardo a Milano. Persino Vallanzasca dichiarò che la criminalità organizzata campana sarebbe intervenuta per fermare il Pirata. Il via all’apertura del nuovo fascicolo in Procura a Trento, è stato dato anche su impulso degli avvocati dei genitori del campione, mamma Tonina e papa’ Paolo Pantani, da sempre convinti che il 5 giugno 1999 ci fu un complotto in quel test antidoping per impedire al figlio di vincere il Giro d’Italia, e che la morte del 14 febbraio 2004 in un residence di Rimini, sarebbe legata alla presenza di altre persone.

Giacomo Mascellani