ANNAMARIA SENNI
Cronaca

Omicidio a Mercato Saraceno, il figlio-assassino. "Mamma avrebbe voluto essere cremata"

Il figlio-assassino di Luciana Torri era l’unico a poter dare il consenso. La decisione comunicata dall’ospedale psichiatrico al suo legale

I carabinieri effettuano i rilievi in casa di Luciana Torri, la notte dell’omicidio

Cesena, 17 giugno 2020 - "Sì, ricordo che la mamma aveva espresso il desiderio di essere cremata e le sue ultime volontà devono esseer rispettate", ha detto ieri Federico Verdoni dalla sua stanza del reparto di psichiatria dell’ospedale di Forlì, dove si trova piantonato con l’accusa di omicidio volontario nei confronti proprio della sua mamma.

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Luciana Torri , la 69enne di Bora di Mercato Saraceno, è stata brutalmente uccisa dal figlio la sera del 10 giugno scorso dopo una presunta lite tra le mura domestiche e ancora attende una sepoltura. Per un tragico incrocio del destino, proprio al figlio che le ha tolto la vita spetta anche l’ultima decisione sulla cremazione della madre. E proprio ieri, interpellato dal suo avvocato Marco Moretto, il ragazzo ha dato il suo consenso verbale al procedimento di sepoltura. Ma le barriere burocratiche a volte sono ostinate e difficili da superare. Infatti non basterebbe la dichiarazione del ragazzo, serve un consenso scritto, corredato dal documento di identità del giovane che al momento non si trova.

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Secondo il legale, il documento potrebbe essere a casa, posta sotto sequestro e inaccessibile se non con il consenso del giudice. Una prassi necessaria, come ha spiegato la sindaca di Mercato Saraceno, Monica Rossi. "Luciana Torri – ha detto Rossi – aveva manifestato in vita la volontà di essere cremata, senza però lasciare niente di scritto. Il consenso della cremazione spetta al parente più prossimo, che in questo caso è il figlio Federico". Ma non si può più aspettare: ora, quello che più preme è trovare una soluzione veloce e magari alternativa per procedere alla sepoltura della donna (la data del funerale non verrà resa nota per volontà dei suoi parenti).

Il ragazzo soffre da tempo di disturbi psichici, il giorno dell’omicidio, dopo una serata trascorsa con gli amici è tornato a casa a Bora dove viveva solo con la madre da 25 anni (dopo la separazione dei genitori e la morte di un fratello). Qui nel piccolo appartamento all’ultimo piano di una palazzina è avvenuto l’atroce delitto: senza un motivo, forse una banale lite, ha accoltellato la madre, più volte, fino ad ucciderla. Poi è scappato di casa dirigendosi verso Borello, dove ha iniziato a girovagare in stato confusionale, fino a che i Carabinieri hanno bloccato la sua fuga e l’hanno condotto in carcere. Dopo 24 ore è stato trasferito al reparto di psichiatria dell’Ospedale Morgagni.