In trincea contro i mali di stagione che in questo scorcio d’inverno sovrastano anche il maledetto Covid. Influenza perniciosa, quest’anno, che ha bucato ampiamente lo sbarramento rappresentato dei 900 mila vaccinati dell’Emilia-Romagna, regione tra le più virtuose nell’adesione alla campagna vaccinale. Sono tanti, ma non abbastanza da tutelare i più fragili e non certo da rappresentare uno scudo per chi il vaccino lo ha ignorato: secondo dati regionali, dei 32 casi gravi segnalati, oltre l’85 per cento (ossia 22 persone) non erano immunizzati dal vaccino. L’assunto è sempre lo stesso, dunque: il vaccino non evita il contagio ma sbarra il passo alle forme gravi. E ben lo sanno i romagnoli che dei 900 mila vaccinati ne rappresentano un quarto: oltre 200 mila. Almeno fino ad ora, poiché la campagna vaccinale non è conclusa. In Emilia-Romagna, nell’ultima settimana di dicembre 2023, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali (numero dei casi per 1.000 assistiti) è stata pari a 19,88. Sono stati stimati, infatti, 88.665 casi. Si tratta del dato più alto da quando a metà ottobre (incidenza pari a 5,53; 24.664 casi stimati) è iniziata la sorveglianza epidemiologica, come previsto dal Ministero della Salute. Ed è paragonabile a quella dello scorso anno, che i tecnici considerarono da record. Nei bambini fino a 4 anni l’incidenza, sempre a fine dicembre, è salita a 65,22 contro l’8,06 di metà ottobre. Come di consueto, nei più piccoli l’incidenza è più alta. Il virus respiratorio che sta circolando maggiormente è quello influenzale di tipo A sottotipo H1N1 (43,3 per cento), seguito dal Sars-Cov 2 (15,3 per cento). Di queste sindromi simil-influenzali sono responsabili altri virus come Rhinovirus, adenovirus, virus respiratorio sinciziale (soprattutto nei bambini) e altri. Le persone colpite da sindromi simil-influenzali, come da definizioni nazionali, manifestano febbre e sintomi respiratori che i medici sentinella (medici di medicina generale e pediatri di libera scelta) registrano e segnalano al sistema di sorveglianza nazionale RespiVirNet, gestito dall’Istituto Superiore di Sanità. Dei 32 casi gravi confermati, nessuno è registrato a Forlì-Cesena, 10 si riferiscono al territorio dell’Azienda Usl di Parma. Sette, invece, sono stati registrati nel Modenese, sei in provincia di Bologna e sei nel Ferrarese. Un caso confermato nel Piacentino. Gli altri due si riferiscono uno ad una persona residente in altra regione ed uno residente all’estero.
Benché non siano mai rincuoranti le notizie relative al conteggio dei nuovi casi di Covid, poiché evidenziano, quantomeno, che il virus è ancora tra noi, va detto che la curva, contrariamente all’influenza, è in flessione. Ciononostante nel bollettino regionale di ieri si dava conto di un centinaio di nuovi contagi e due decessi, 38 ricoveri in terapia intensiva e 1019 ricoveri nei reparti ordinari (meno 17 rispetto ai numeri del giorno precedente). Un dato che non va preso in assoluto - poiché sono tanti quelli non registrato l’infezione - ma come tendenza. Tra lunedì e martedì a Cesena sono stati registrati solo 3 nuovi casi, mentre a Forlì ne sono stati certificati 11. Al Bufalini ci sono 5 pazienti col covid in terapia intensiva.