GIACOMO MASCELLANI
Cronaca

“La ‘ndrangheta voleva radicarsi in riviera”: l’accusa del sindaco di Cesenatico

Gozzoli in aula al processo ‘Radici’ contro le infiltrazioni mafiose in Emilia-Romagna, per esprimere pieno sostegno al pm Forte: “Progetto di infiltrazione nelle attività commerciali”

Matteo Gozzoli, sindaco di Cesenatico

Matteo Gozzoli, sindaco di Cesenatico

Cesenatico, 4 dicembre 2024 – Il sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli ieri mattina è stato presente al tribunale di Ravenna, dove si è svolto il processo “Radici” contro le infiltrazioni mafiose in Emilia-Romagna ed il Comune di Cesenatico si è costituito parte civile. Sotto la lente ci sono compravendite e gestioni di attività economiche nelle province di Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna, Modena e Reggio Emilia. Il filone romagnolo del procedimento è nato da un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza e della Polizia di Stato, nei confronti di persone accusate di associazione a delinquere, bancarotta, autoriciclaggio, intestazione fittizia ed estorsione. Si vuol far luce sulle compravendite di bar, pasticcerie, laboratori artigianali, ristoranti e alberghi, avvenute a partire dal 2018 al 2022, quindi si tratta di operazioni condotte anche negli anni dell’emergenza Covid, nonostante la crisi economica ed in particolare del turismo proprio sulla costa. Secondo gli investigatori si tratta di investimenti illeciti, realizzati con il denaro delle cosche della ‘ndrangheta calabrese dei Piromalli.

Il primo cittadino di Cesenatico è stato parte attiva, denunciando gli episodi segnalati da cittadini e imprenditori della zona, che hanno contribuito a sollevare il coperchio, in una pentola dove bollivano troppe cose strane, riguardo le compravendite e i movimenti di alcune attività economiche in riviera. Assieme a Gozzoli erano presenti anche l’assessore Emanuela Pedulli e il comandante Michele Roberto della Tenenza della Guardia di Finanza di Cesenatico, i rappresentati di Libera Forlì-Cesena e alcune classi dell’ITI di Forlì, la 5A Elettrotecnica con la professoressa Paola Bezzi, la 5A Chimica con la professoressa Marina Rizzo e la 5B Chimica con il professore Roberto Valente. All’udienza ha assistito anche l’avvocato Giuseppe Rizzo di Bologna, legale del Comune di Cesenatico. Dalla requisitoria del Pubblico Ministero Marco Forte è emerso un quadro che sottolinea un progetto di infiltrazione tramite la gestione di svariate attività commerciali a Cesenatico e in altre e località della Romagna. Il Pm Forte ha sottolineato il ruolo centrale svolto dalle forze dell’ordine che hanno portato avanti le indagini, come la Tenenza di Cesenatico della Guardia di Finanza ed il Commissariato di Cesena della Polizia di Stato. La giornata di oggi si è chiusa con la requisitoria del Pubblico Ministero: per il principale imputato, Saverio Serra, considerato personaggio legato al clan ‘ndranghetistico Mancuso di Limbadi e attualmente in carcere il pm ha chiesto 15 anni e 11 mesi, mentre per Francesco Patamia, candidato alla Camera alle elezioni politiche con la lista ‘Noi moderati’ la richiesta è stata di 13 anni, per il padre Rocco 11 anni e 10 mesi. Per un altro imputato implicato in vicende di Cesenatico, Alessandro Di Maina, chiesti 9 anni e 11 mesi di pena. In totale la Procura ha chiesto la condanna per 22 imputati e l’assoluzione per due.

“In questo processo delicato e importante per il nostro territorio – ha detto il sindaco Gozzoli – la mia presenza è stata una scelta di sostegno e vicinanza al Pubblico Ministero e a tutti i corpi che hanno portato avanti le indagini. Nel ringraziare le forze dell’ordine, una menzione speciale va al lavoro svolto dagli uomini della Tenenza della Guardia di Finanza di Cesenatico guidati dal comandante Michele Roberto e dai poliziotti del Commissariato di Cesena. Ancora una volta emerge come sia fondamentale la presenza delle forze dell’ordine nel territorio a livello locale”.