"Danza cieca", di e con Virgilio Sieni, è lo spettacolo in programma al Bonci, domani e venerdì alle 20.30. In scena un emozionante duo con il danzatore non vedente Giuseppe Comuniello (su musica elettronica dal vivo di Spartaco Cortesi), che Sieni ha accompagnato, in un percorso che prosegue da 15 anni, all’acquisizione della consapevolezza del proprio corpo e al movimento. È questo il secondo appuntamento della rassegna "L’altro sguardo - Intime visioni", nell’ambito del focus sulla drammaturgia fisica Carne, a cura di Michela Lucenti. In ciascuna delle due serate un centinaio di spettatori è seduto sul palcoscenico, a stretto contatto con i danzatori. Virgilio Sieni, pioniere della danza contemporanea italiana, portabandiera della sperimentazione del movimento aperto anche persone di qualsiasi età e formazione, è risultato vincitore, nel 2000, 2003 e nel 2011, del Premio Ubu e il suo Centro Nazionale di Produzione della Danza è stato riconosciuto nel 2022, dal Ministero della Cultura, Centro di rilevante interesse per la danza.
Virgilio Sieni, lei ha un nome profetico, di richiamo dantesco alla funzione di guida.
"Eh forse non è un caso. Un nome che piaceva a mio nonno, fiorentino. Un tempo, nelle campagne, i contadini toscani conoscevano a memoria la Divina Commedia e i suoi personaggi. Quel che faccio è proprio condurre anche chi non è danzatore, e persone di ogni età e abilità a pensare il corpo come luogo di accoglienza delle diversità e come spazio per sviluppare la complessità del gesto".
In questo appuntamento danza con ballerino non vedente. Come ha stabilito la sintonia tra voi?
"Quando Giuseppe Comuniello è venuto per la prima volta al mio Centro nazionale di produzione della Danza aveva una gestualità irrigidita, non fluida, data dalla cautela del suo rapporto con uno spazio che non percepisce attraverso la vista. Pian piano, utilizzando l’affinamento degli altri sensi, con l’attenzione al suono, e con la tattilità ha imparato ad utilizzare queste diverse abilità; su questo si basa lo spettacolo".
Lei definisce aura, l’invisibile energia che mette in relazione i vostri due corpi. In che senso?
"In ‘Danza cieca’ i corpi si cercano, giocano negli spazi, ora sono vicini, ora si allontanano, ma un’aura energetica ne mantiene il contatto. C’è vicinanza, ascolto, oltre al contatto tattile, la bellezza di condividere e comprendere esperienze che esprimono altri valori che arricchiscono. Come cammino se non ho le gambe, come mi muovo se non vedo? Una navigazione attorno al corpo. Esperienza che ho fatto anche con mio padre, 80enne. Nel gesto filiale della danza ‘Osso’, c’è stato il riflettersi l’uno nell’altro, il riconoscersi e il rigenerarsi".
Venerdì dalle 18 alle 19.30 Sieni terrà nel foyer del teatro, una lezione aperta a tutti coloro (vedenti e non vedenti) che desiderano avvicinarsi al linguaggio del corpo senza conoscenze specifiche di danza.