
Luca Donati e Annalisa Guardigli con Tommaso
Cesena, 5 novembre 2020 - Il reparto di Terapia Intensiva neonatale (Tin) del Bufalini di Cesena ha ricevuto in dono due apparecchiature medicali, da una coppia di genitori il cui bimbo, nato prematuro al sesto mese di gestazione, è rimasto ricoverato in culla termica per 86 giorni. Si tratta di due pulsossimetri portatili, dispositivi che permettono di valutare la saturazione di ossigeno nel sangue, a domicilio, una volta che i piccoli prematuri vengono dimessi e tornano a casa. I donatori sono Annalisa Guardigli e Luca Donati, genitori di Tommaso, che oggi ha due anni e gode di ottima salute.
La famigliola vive a Sant’Agata sul Santerno nel Ravennate, ma la gravidanza a rischio di Annalisa, con serie conseguenze pre e postparto ha concentrato le cure nel Cesenate. "I tempi tecnici - raccontano i due -, hanno richiesto tempo, ma ci eravamo immaginati un atto di consegna in presenza: le precauzioni dettate dal Covid hanno deciso diversamente. L’importante è che siamo noi tre insieme e che altri bimbi, come Tommaso, possano avere le cure preziose, vitali, accurate di cui necessitano".
"Avevamo chiesto – prosegue mamma Annalisa – ai parenti e agli amici di non fare regali per il battesimo di nostro figlio, ma di destinare la somma alla Tin come forma gratitudine verso il Reparto diretto dal dottor Marcello Stella, primario pediatra, e di condivisione alle ansie, ai timori che attanagliano tutti i genitori di neonati immaturi e prematuri, nati di pochi grammi prima dei nove mesi canonici".
E il ringraziamento della coppia va anche all’associazione "Crescere a piccoli passi", presente in Reparto a supporto morale e pratico, e creata da un’altra mamma di neonato prematuro, Elisa Gazzoni. Annalisa Guardigli ha affidato come fosse un diario le proprie emozioni ad una lettera consegnata al personale ospedaliero del Reparto, insieme alla strumentazione donata. "Perché proprio a me? _ è l’incipit della missiva che ripercorre i sentimenti dei primi giorni dopo la nascita -, perché il mio bambino, proprio il mio doveva stare qui e non posso portarlo a casa come tutte le altre mamme? Perché le altre hanno incombenze domestiche tra una poppata e l’altra e nella mia testa rimbomba solo il bip continuo del saturimetro? Domande retoriche cui Annalisa si dà una risposta: "perché mio figlio è piccolo piccolo, per questo mi trovo qui. Quando sei in Tin il tuo bimbo non puoi prenderlo in braccio come e quanto vuoi. Ci sono persone che ti dicono come fare e all’inizio non la prendi mica tanto bene. Ci sono tempi da rispettare e tubicini cui stare attenti. Ma quando fai la marsupioterapia per dare al bambino il biberon ti sembra di volare, ma allo stesso tempo, quel bimbo, hai paura di romperlo. Poi però capisci che ti devi fidare. Ti guardi attorno e vedi altri genitori e nonni in corridoio e capisci che siamo tutti sulla stessa barca: la barca del settimo piano. Siamo quelli della Tin".
"Accomodatevi – continua – suonate, presentatevi, igienizzate le mani e avvicinatevi piano alla culla del vostro pulcino. Voi non siete soli. In Tin vi basterà allargare le braccia e magicamente la vostra famiglia diventerà un po’ più grande. Lasciatevi guidare dai medici, dalle infermiere e dagli infermieri. Angeli in incognito, anzi, in camice. Avranno sempre sorrisi per voi".