Se, mai come in questo periodo, locali e bar cesenati sfruttano gli spazi aperti e il suolo pubblico per accogliere i propri clienti e poter lavorare in sicurezza dopo il lockdown, c’è chi dal canto proprio non gradisce i rumori e la musica provenienti dagli esercizi e vorrebbe godere di un po’ di tranquillità durante le serate passate in casa. E’ il caso di una coppia di pensionati cesenati, 73 anni lei e 75 lui, che hanno presentato vari esposti in Comune lamentando rumori e inquinamento acustico provenienti a loro dire dal bar sotto casa in viale Mazzoni. Una diatriba che è iniziata in realtà lo scorso ottobre ma che continua, e si è aggravata, tutt’ora. Culminata con una relazione dell’Arpae che ha attestato in un’occasione il superamento di 16 decibel del limite di rumore consentito dal bar (con una sanzione di 3000 euro al locale, poi contestata) e che proseguirà in tribunale il 16 luglio davanti al giudice civile, a cui i due coniugi hanno chiesto in via d’urgenza di imporre ai titolari del locale (il Fritz Bar in viale Mazzoni) di non tenere più la musica e di insonorizzare il bar o in alternativa di chiudere entro mezzanotte. "Ho soltanto chiesto e cercato l’applicazione della legge – ha spiegato il 75enne cesenate - e invece leggendo i post su Facebook pubblicati dal bar sono passato come il vicino che crea problemi. Il mio nome non c’era, ma ho capito che il riferimento era rivolto a me. Io e mia moglie abbiamo presentato diversi esposti in Comune e alla fine siamo dovuti ricorrere anche al giudice". Il pensionato sostiene che i rumori provenienti dal locale rischiavano di aggravare la sua salute e quella dei suoi familiari.
Uno dei gestori del bar in questione ha spiegato che il locale al momento è chiuso perché in attesa di presentare una relazione di impatto acustico ad Arpa. Si spera sarà possibile l’apertura tra una decina di giorni. "Abbiamo provato a tenere aperto venerdì scorso – spiega uno dei titolari - ma la situazione, senza i tavoli fuori e con tanti giovani che volevano divertirsi era ingestibile e così abbiamo chiuso per poter riaprire in sicurezza". Il legale dei gestori, l’avvocato Matteo Arginelli, ha riferito poi che "i numerosi verbali delle forze dell’ordine, chiamate in più occasioni dal vicino, hanno sempre evidenziato che la musica era spenta o c’era solo musica di sottofondo e che il rumore che disturbava era quello del vociare delle persone. Lo sforamento dei decibel consentiti c’è stato una singola volta". La soluzione per porre fine alla diatriba sembra quella proposta dai gestori del locale che hanno intenzione di chiedere al Comune di poter posizionare i tavolini dall’altra parte della strada, sotto alla Rocca. Così forse i vicini non lamenteranno più di non poter dormire sonni tranquilli.