RAFFAELLA CANDOLI
Cronaca

Addio al più anziano di Cesena: aveva 105 anni. Salvò le tele del Comune

Agostino Forti si è spento a 105 anni. Ex capo usciere municipale, nel 1944 nascose i quadri più preziosi della Sala degli Specchi insidiati dai tedeschi

Agostino Forti con i familiari ai festeggiamenti del centesimo compleanno

Agostino Forti con i familiari ai festeggiamenti del centesimo compleanno

Cesena, 24 dicembre 2024 – Si è spento alla venerabile età di 105 anni Agostino Forti, cesenate, il più anziano della città. Era nato il 14 agosto 1919. Forti fu capo usciere e custode del palazzo municipale dal 1942 al 1982. Conservatosi lucido fino all’ultimo, accudito dai figli Sonia e Alfiero, è stato custode nel vero senso della parola, di palazzo Albornoz nelle cui cantine, in tempo di guerra fu lì sfollato con i propri genitori e altre famiglie. “In seguito – ci raccontò in occasione dei 100 anni, festeggiati per suo espresso desiderio proprio in Municipio, dove ad accoglierlo c’era il neoeletto sindaco Lattuca al primo mandato e al suo primo festeggiamento di un cittadino centenario - fui congedato dal sesto Reggimento Fanteria per una mutilazione di tre dita della mano sinistra e, nel 1942, assunto proprio in Comune, con alloggio dentro al Palazzo, dove ho vissuto con mia moglie Olga Righi e dove sono nati i miei figli”.

Agostino fu testimone di episodi della Liberazione della città e raccolti in un documentario promosso dall’amministrazione comunale (visibile su Youtube) nel quale racconta, con vivida partecipazione emotiva, di una città deserta, ancora incredula dell’abbandono dei tedeschi: “Quel 20 ottobre 1944 ero di prima mattina, in mutande e canottiera, a riassaporare l’aria della libertà. Ero vicino alla fontana Masini quando da via Pescheria mi accorsi di un timido e sospettoso drappello dell’esercito canadese in procinto di entrare in piazza del Popolo. Salii allora sulla fontana e urlai in loro direzione: Venite! Siamo liberi! Non c’è pericolo. Allora, quegli uomini mi raggiunsero e mi portarono in trionfo sulle spalle”.

Agostino raccontava con naturalezza e cura dei dettagli e gli occhi gli si illuminavano, come quando ci ha consegnato la testimonianza di un atto, a suo modo eroico: “Mentre ero intento a controllare che le luci negli uffici fossero spente, le finestre chiuse, come si fa nella propria casa, mi accorgo di un manipolo di tedeschi in divisa penetrati in Municipio e intenti a osservare quadri di Bogoni e Barbieri e altri arredi della sala degli specchi. Si vedeva che erano attratti da tanta bellezza e che se ne sarebbero voluti appropriare”.

“In quel momento, non visto – riferiva con orgoglio Agostino- feci cadere con gran fragore dei piatti della banda cittadina, trovati fortunatamente sul posto, e i tedeschi se la diedero a gambe. Immediatamente ho staccato tutte le opere di valore e i cimeli e li ho nascosti nella soffitta del Comune, riportandoli al loro posto a guerra finita”. Un altro aneddoto, riguarda lo stendardo con le insegne comunali. “Doveva essere inaugurata un’edizione della settimana Cesenate – rammentava Agostino – ma mi accorsi che il gonfalone era malmesso e consunto, allora ho comprato il raso e ne ho cucito un nuovo, perché da ragazzo ero stato apprendista sarto”. Banale dire che uomini come Forti, con un forte senso del dovere e attaccamento al lavoro forse ne nasce uno ogni 105 anni? Le esequie di Agostino ‘Secondo’ Forti saranno celebrate venerdì alle 10.30, alla Basilica del Monte cui saranno devolute eventuali offerte in memoria del defunto.