Il Cesena torna al Manuzzi a distanza di una settimana, dopo aver battuto il Brescia ed aver conquistato un punto importante a Salerno. C’è da affrontare la sfida con il Sudtirol, ma l’ultima trasferta qualche strascico lo ha lasciato. Perplessi ha lasciato il turnover che Mignani, inaspettatamente, ha messo in atto all’Arechi, stravolgendo completamente la formazione che aveva battuto il Brescia (in campo i soli Ciofi, Prestia e Bastoni). Il mister non aveva toccato l’argomento nel post gara, lo ha fatto ieri, in sede di presentazione del match odierno con il Sudtirol. "Squadra che vince non si cambia", si dice. A Salerno cosa è successo? "Quando un allenatore fa delle scelte ha diverse motivazioni – esordisce Mignani –, in primis il fatto che per la prima volta abbiamo disputato un turno infrasettimanale a due giorni dalla partita precedente. Durante la quale abbiamo speso tanto a livello mentale e fisico. Inoltre abbiamo in rosa 25 giocatori sui quali abbiamo investito e crediamo possano essere utili alla nostra causa. Infine ci sono altre motivazioni che non sono obbligato a dire". Mignani difende le proprie scelte, tutto sommato è andata bene perché è arrivato il punto, anche se la squadra non è riuscita a sfruttare la superiorità numerica. Ma il punto dell’Arechi resta oro se si considera che fino all’espulsione del portiere granata, il Cesena ha rischiato di prendere almeno tre gol. "Per me – va avanti l’allenatore – l’importante è il risultato finale e la prestazione della squadra, parlare col senno di poi è facile. Quando affermo che è un campionato estremamente equilibrato non lo dico a vanvera. In questo momento alcune squadre hanno fatto risultato più di altre e sono in testa, ma sono convinto che la classifica possa tranquillamente ribaltarsi ed è difficile pronosticare chi salirà in A e chi retrocederà. Ecco perché per me il punto di Salerno ha grande valore".
L’altra polemica nella folle notte dell’Arechi ha riguardato l’arbitraggio. Mignani ha sentito il fischio finale dell’arbitro Scatena in anticipo sul gol di Pieraccini? L’allenatore è chiaro e onesto: "Ho sentito chiaramente il fischio dell’arbitro prima che Cristian puntasse l’avversario. Inoltre si ritiene che quando una squadra è in superiorità numerica e vince ha fatto il suo, se pareggia è un rimpianto e se perde è una tragedia. Da giocatore prima e da allenatore adesso non ho mai dato per scontato che chi si trova in inferiorità numerica sia destinato a perdere. Anzi a volte succede il contrario. A me è capitato di vincere in casa una semifinale playoff contro il Sudtirol rimanendo in dieci nel primo tempo sul risultato di parità. Sicuramente se avessimo concretizzato le occasioni favorevoli, allora il giudizio sulla nostra partita sarebbe cambiato. Nel contempo abbiamo concesso quasi nulla, se non l’occasione di Simy dove c’è stata una evidente marcatura persa".
Testa, dunque, al Sudtirol, una squadra che arriva al Manuzzi con sulle spalle il pari con il Frosinone di mercoledì e 2 sconfitte, quella di Catanzaro e prima ancora in casa col Pisa. Con quella del Cesena (18 gol subiti) è pure la difesa più battuta della B dopo il Modena. "Affrontiamo una squadra che conosco bene – continua Mignani – e che ogni anno dimostra di essere viva, anche nei momenti in cui sembra essere in difficoltà poi viene fuori grazie alla qualità della rosa e della società. È una partita che temo". Veniamo all’undici, tra i pali tornerà Pisseri? "Anche un portiere esperto come lui può avere avuto poco tempo per recuperare, inoltre credo che il calcio vada sempre più nella direzione di avere più portieri affidabili". Mignani, oggi, ha l’imbarazzo della scelta, tutti disponibili, ad eccezione di Curto, al quale il Tas non ha concesso la sospensiva in attesa dell’udienza sul ricorso per le 10 giornate di squalifica, subito ridotte a 5, comminate dalla Fifa per comportamento discriminatorio.