Sono in "drastico aumento" le ore di cassa integrazione autorizzate nel settore metalmeccanico in Romagna. Un dato che genera "profonda preoccupazione", sottolinea la Fim-Cisl Romagna durante il Consiglio generale di ieri mattina a Cesena, con la partecipazione della segretaria generale Roberta Castronuovo e del segretario generale della Cisl Romagna Francesco Marinelli. Dunque, nei primi sette mesi del 2024 si registra un incremento del 93% nelle ore di cig, da circa 2,6 milioni del 2023 a oltre cinque. Numeri che evidenziano "una crisi occupazionale che sta colpendo duramente l’industria e i lavoratori del territorio" lamenta il sindacato. Secondo i dati Inps la provincia di Rimini registra un aumento del 162%, da circa 1,2 milioni di ore a 3,3; quella di Ravenna del 200%, da 361.000 circa a oltre un milione; mentre è in controtendenza la provincia di Forlì-Cesena con una riduzione del 35,26%, da meno di un milione di ore a circa 646.000. "C’è una crisi diffusa che coinvolge tutto il territorio romagnolo e non solo singole realtà – spiega il segretario generale Fim-Cisl Romagna Riccardo Zoli – Per cui il settore metalmeccanico è in forte difficoltà e non possiamo correre il rischio di perdere le professionalità e le competenze dei nostri lavoratori".
Sempre secondo i dati Inps le ore totali di Cassa integrazione autorizzate nel territorio romagnolo risalgono del 61,1%, da 5,2 milioni a 8,4. Rimini registra un aumento di più del 72%, da 2,5 a 4,3 milioni di ore; Ravenna di quasi il 113%, da un milione di ore a quasi 2,3; Forlì-Cesena del 9.72%, da 1,6 milioni di ore a quasi 1,8. Insomma "siamo di fronte a una crisi di sistema che coinvolge l’intera Romagna – tra le somme Marinelli – vanno rilanciati i consumi interni e favoriti gli investimenti in settori ad alto potenziale. Dobbiamo fare in modo che questa crisi non lasci cicatrici permanenti sul nostro territorio".