Cesena, 20 agosto 2021 - A Bologna, Ferrara, Reggio Emilia e in altre zone della regione già ai primi di agosto sono stati emessi i primi provvedimenti di sospensione agli operatori sanitari che non si sono vaccinati. Secondo l’ultimo bollettino di Ausl Romagna, il personale non immune che è suscettibile all’infezione ammonta a 1.868 unità. Si tratta di medici, infermieri, operatori socio-sanitari e così via. Non tutti, ovviamente, sono a contatto con il pubblico. Michele Gaudio, presidente dell’Ordine dei Medici di Forlì-Cesena, a fine giugno aveva immaginato che entro il mese di luglio sarebbero state emanate le prime sospensioni ai medici ’no vax’ nel nostro territorio.
Dottor Gaudio, a che punto siamo? "Il 14 agosto l’Ausl Romagna ha segnalato all’Ordine il primo atto di accertamento che riguarda un collega, medico nella nostra provincia".
Di chi si tratta? "Il procedimento diventerà pubblico solo all’atto dell’iscrizione all’albo professionale".
Come agirà l’Ordine? "Farà una delibera d’urgenza del presidente, che verrà ratificata dal consiglio. Tale atto sarà poi spedito al ministero della Salute, alla Procura della Repubblica e ad altre istituzioni".
L’Ausl Romagna ha già stabilito che il medico in questione non aveva ragioni valide per non vaccinarsi? "Così sembra, ma resto perplesso sui tempi. Gli elenchi del personale non vaccinato sono stati mandati dalla Regione il 4 aprile. In questi giorni, giustamente, una parte significativa dei colleghi è in ferie. Chiederò spiegazioni all’azienda sul fatto che si sia perso tutto questo tempo".
Appurato questo come si comporterà? "Prima di emanare qualunque provvedimento, mi accerterò che il medico non abbia presentato le sue valutazioni perché non era in grado di rispondere alla convocazione dell’Ausl. Valuterò la situazione con tutte le cautele possibili".
Finora non ci sono stati altri casi? "Per Forlì-Cesena è il primo. Mi aspetto però che la serie non finisca certo qui, perché mi risulta che ci siano altri medici che non hanno ricevuto il siero. La prima settimana di settembre sarà un periodo critico".
Cosa accadrà al camice bianco che non ha voluto la dose di vaccino? "La sospensione è un atto ’importante’. Se è dipendente dell’azienda sanitaria il collega rimarrà senza stipendio fino al 31 dicembre o fino all’avvenuta vaccinazione. Nel caso sia un libero professionista non potrà lavorare per tutto questo periodo. Non sappiamo poi cosa potrà accadere da gennaio".
Ma c’è qualcuno, dal ministero alle regioni fino alle aziende sanitarie, che si sia preoccupato dell’impatto di tali sospensioni sui cittadini e i pazienti? "È questo il vero tema da affrontare: la gestione delle conseguenze di queste azioni. Sono problemi molto seri, che mi preoccupano molto, sia nel caso si tratti di medici di famiglia, sia che parliamo di colleghi che operano nei reparti ospedalieri".
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