
Sergio Geminiani e Serena Scarpellini
Cesena, 10 febbraio 2021 - Lei ha 90 anni, lui ne ha compiuti da poco 91. Serena Scarpellini e Sergio Geminiani festeggiano oggi 65 anni di matrimonio. E, se si contano anche quelli di fidanzamento, sono 75 anni di vita insieme. Anzi, in simbiosi, pur essendo caratterialmente l’uno l’opposto dell’altra. Sono una coppia conosciuta, anche per essere stati titolari per molti anni, in piazza della Libertà, di un negozio di complementi d’arredo per la casa. "Dare notizia sul giornale delle nostre nozze di pietra?", si domanda Serena. "Va bene. Purché si eviti la banalità di frasi del tipo: i nonni sono circondati dall’affetto dei 5 figli e dei 7 nipoti. Non che non siano un aspetto importante della nostra esistenza, anzi, vissuta per loro e con loro, ma quelli sono sentimenti privati. Se può servire ai lettori vogliamo offrire l’esempio di una coppia che non si è arresa mai, ha vissuto momenti felici, altri meno, ma non ha mai messo in discussione la propria unione sostenuta da un amore che ancora dura, cominciato con un colpo di fulmine sui banchi del liceo Scientifico".
Questa è Serena, gran massa di riccioli biondi, voce argentina, mente vivace, sempre in anticipo rispetto ai tempi, studi di giornalismo, abile e attiva sui social e carattere che non molla. Negli anni ha condotto alcune battaglie cittadine: quella di installare a proprie spese una statua di Padre Pio in via Battistini, accanto al vecchio ingresso del Bufalini, l’ha vinta, non senza difficoltà; quella di creare in città progetti di co-housing, ovvero di coabitazione tra studenti universitari e anziani rimasti soli, non ancora. Ma prima o poi troverà un assessore che ne sostenga l’utilità sociale.
Più riservato Sergio, alto, fisico statuario da ex atleta e giocatore del Cesena. Per il 91esimo compleanno ha ricevuto in regalo dai figli la Membership 1940, la maglia color granata sulla quale sono impressi i nomi, suo compreso, di tutti i giocatori che sono scesi in campo per il Cesena. E lui ne ha tutti i diritti perché "nel 1940 – racconta - il Cesena era appena nato e io fui il primo in assoluto a firmare il cartellino. Non avevo ancora undici anni e in prima squadra approdai a 17". La carriera lo ha poi portato anche in campi più lontani, come a Reggio Calabria, dove finalmente ricevette un vero stipendio. Ma non ha mai interrotto i legami con la società bianconera, e in particolare col conte Rognoni, del quale frequentava la casa. «Sono sempre stato un calciatore che cercava di evitare falli intenzionali – sottolinea - e quando giocavo a Messina, mi capitò di marcare Liedholm che dopo la partita mi ringraziò per la correttezza dimostrata in campo". E se Serena va via veloce di tablet, Sergio oggi prende carta e penna e scrive due pagine di diario, di riflessione: "…sicuramente il segno della croce manifesto, ad ogni inizio partita, mi ha aiutato e sostenuto nella stessa. Ho sempre creduto nella preghiera sincera e le bestemmie non sono mai esistite nella mia mente e nel mio gergo. Tuttora, prima di addormentarmi rivolgo a Dio il mio pensiero ringraziandolo per la vita concessami e soprattutto per l’incontro giovanile con Serena. L’amore vince sempre!".