ERMANNO PASOLINI
Cronaca

Martinetti, mezzo secolo sul palco: "Il folk ha ancora un grande futuro"

Ex chitarrista di Raoul Casadei e altre grandi orchestre. "Mio padre musicista non voleva che seguissi le sue orme"

Martinetti, mezzo secolo sul palco: "Il folk ha ancora un grande futuro"

Martinetti, mezzo secolo sul palco: "Il folk ha ancora un grande futuro"

Pier Martinetti, uno dei più apprezzati chitarristi e anche bassista della scena musicale romagnola festeggia quest’anno a Gatteo Mare i cinquant’anni carriera. Nel suo curriculum la collaborazione con grandi orchestre e artisti di livello naizonale e internazionale.

Quando e con chi iniziò a suonare?

"Avevo 15 anni e già avevo fatto esperienze giovanili di genere rock, quando iniziai a entrare nel mondo del ballo. La mia prima orchestra fu ‘I Talismani del liscio’. Io ho avuto la fortuna di essere figlio d’arte. Mio babbo Giorgio è stato un grande sassofonista con esperienze di night club e orchestre come quelle di Giovanni Fenati e Juliano Cavicchi ed è tutt’ora un grande amante dello swing nonostante la veneranda età di 93 anni".

La sua prima grande orchestra?

"Dopo avere militato come fondatore dell’orchestra Gli Zeta del compianto Carlo Zini e prima ancora orchestre di liscio e moderno come bassista, nel 1983 è iniziata la mia grande avventura con l’orchestra di Raoul Casadei durata fino al 1998".

Le successive formazioni?

"Prima l’orchestra Fratelli d’Italia durata 5 anni, poi Barbara Lucchi e Massimo Venturi durata altri cinque anni e ancora cinque anni con l’orchestra di Luca Bergamini. Il tutto fino al 2013 quando scelsi di diventare indipendente free lance".

Oggi?

"Ho due gruppi miei ‘I Maroones spa, Saltati per Aria’ dove suono il basso e canto con altri tre musicisti fra i quali Mimmo Camporeale che è stato il tastierista di Vasco Rossi e della Steve Rogers Band e Gianluca Schiavon batterista degli Skiantos. L’altro è il Groove City, sei musicisti che suonano con artisti e solisti di livello internazionale coi quali abbiamo partecipato a diversi festival europei compreso il ‘Porretta soul Festival’, il più famoso festival italiano di musica soul".

Come è avvenuto l’incontro con Moreno il Biondo?

"Nel 1990 quando Raoul Casadei lo chiamò in orchestra al posto di Renzo il Rosso. Poi negli ultimi cinque anni collaboro con lui in diversi progetti compresa l’orchestra Grande Evento".

Secondo lei che è un grande esperto di musica e di liscio, quale futuro c’è per questa nostra musica romagnola?

"Tutta la musica folkloristica è popolare ma di nicchia perchè ogni zona ha il suo folklore. Con i 70 anni di Romagna Mia c’è stato di sicuro pun bel rilancio per la musica romagnola perchè se ne parla ovunque".

Si ricorda quale è stato il primo consiglio che le diede suo babbo quando lei gli disse che voleva fare parte del mondo della musica?

"Mi disse di scegliermi un altro lavoro e imparare l’arte per metterla da parte. All’epoca era un lavoro molto incerto con tante incognite, ma la mia passione per la musica ha superato i suoi consigli facendo la scelta di rimanere nel settore".

E lei invece quale consiglio si sente di dare ai giovani che si avvicinano oggi alla musica? "Prima di tutto scegliere uno strumento e imparere a suonarlo, magari facendolo insieme ad altri amici, come facevamno noi in cantina. E comunque prediligere la musica eseguita completamente dal vivo".