di Cristina Gennari
C’erano una volta monete e banconote: vere, false, coniate, scritte, scarabocchiate, rattoppate con lo scotch, tenute a conto, in banca o sotto il materasso. Oggi, invece, la rivoluzione immateriale di criptovalute, PayPal, contactless, ma anche inflazione, spread, tag, taeg, eurobond. Per sviscerare abitudini e segreti del capillare mondo del denaro stasera alle 21.30 al Chiostro di San Francesco l’attrice e cabarettista Maria Pia Timo porta in scena l’esilarante spettacolo ‘Sol di Soldi. Vademecum per ridere laddove ci sarebbe da piangere’, per il primo appuntamento della nuova rassegna ‘Pixel. Linguaggi teatrali tra copione e digitale’.
Timo, da dove nasce l’idea di uno spettacolo sui soldi?
"Il denaro permea le nostre vite e le condiziona, eppure, soprattutto in Italia, parlare di soldi è considerato quasi volgare, ancora un tabù. Lo spettacolo ne ripercorre la storia, grazie anche a spunti che ho imparato dalla banking trainer Daniela Lorizzo, ma, lungi dall’essere una lezione di economia o finanza, vuole offrire al pubblico un momento di leggerezza, in cui si ride tanto pur lasciando spazio anche a qualche riflessione".
È cambiato nel tempo il rapporto con il denaro?
"Le vecchie generazioni avevano un forte senso dell’economia e del risparmio. Io sono cresciuta pensando di essere povera e di non potermi permettere cose che oggi sono alla portata di tutti. A casa mia, ad esempio, era impensabile mangiare un gelato seduta al bar e si andava al ristorante solo per comunioni e cresime. Noi, invece, non sappiamo più come gestire i soldi in famiglia: c’è chi ha un conto unico, chi ne ha due o tre, chi non sa cosa faccia l’altro e chi non ha coscienza di quello che può arrivare a spendere. È un rapporto viziato".
Una questione di valore?
"Nella nostra società il denaro non è più un mezzo di scambio, ma è diventato lo scopo. Si vive per accumulare soldi, che hanno iniziato a rappresentarci e sono diventati il metro di valore delle cose, delle persone, del cibo".
Che ruolo hanno le banche? "Sono gli unici negozi in cui si entra e si compra ciò che ti vuole vendere il commesso. La conoscenza dei prodotti bancari è quasi nulla e anche chi si appresta a fare un mutuo o a investire, magari il TFR guadagnato dopo anni di lavoro o un’eredità, sceglie sulla fiducia totale".
Dalle criptovalute ai conti corrente online, oggi il denaro c’è anche se non si vede. È un controsenso?
"Tra home banking e Rid bancari, i conti fanno tutto da soli, anche pagare, e non ci accorgiamo di nulla. E poi usiamo spesso il contactless, per cui basta appoggiare una carta ed è fatto, anche se le regole non sono mai chiare: a volte è sufficiente appoggiarla una volta, altre due, alcune volte serve il pin, altre no, e lo scontrino non si sa. Non abbiamo quasi mai i soldi in mano, tant’è che non sappiamo nemmeno come sono fatti. In pochi, ad esempio, sanno che sugli euro sono rappresentati dei ponti e delle finestre. Eppure, sono profetici perché ti avvisano che quando li avrai finiti non ti resta che andare a dormire sotto un ponte o buttarti dalla finestra".